lunedì 25 marzo 2024

La ricostruzione della Pasqua

 

Ci fa male vedere nel mondo tanta distruzione a motivo della guerra, dell’odio, della violenza, del capriccio dei “grandi”: ci fa ancor più male se tanta veemenza si riversa in maniera incontrollata su vittime innocenti quali i bambini, le donne, gli anziani e i malati.
Ma la distruzione così devastante che invade le nostre case tramite i media è anche quella dei cuori dei violenti: chi è capace di giungere a tanta cattiveria, non può che avere un cuore distrutto, devastato dal male, in macerie.
E se siamo onesti guardandoci in profondità, scopriamo che anche nel nostro cuore ci sono macerie che attendono di essere rimosse e relazioni da ricostruire.
“È il mio cuore il paese più straziato …” (G. Ungaretti, San Martino del Carso).
Sperimentiamo spesso che anche il nostro cuore è infranto, la vita è a pezzi, le relazioni a brandelli, e la fede sbriciolata in frammenti che non riusciamo più a tenere insieme.
La Pasqua ci si presenta come una “ricostruzione”.
Certo noi vorremmo che lo fosse in maniera concreta, tangibile per i paesi, le città e le strade, le case e gli ospedali, le scuole e le chiese distrutte dall’impeto della guerra.
Ma augurandoci che questo possa avvenire nei tempi più brevi possibili, la Pasqua è la possibilità della “ricostruzione del cuore, dell’uomo interiore, della nostra anima”. 
È l’esperienza della rinascita battesimale, la vita nuova dei risorti, che siamo chiamati a vivere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, per non arrenderci alla logica distruttiva del male, bensì per maturare la consapevolezza che la presenza del Risorto ci edifica, ci ri–costruisce, ci rialza: è la nostra risurrezione, in Cristo, già qui e ora: risorti con Cristo.
Ricostruire l’uomo a immagine del Risorto: è il messaggio di speranza della Pasqua di fronte al disfacimento dell’umanità, dei valori di riferimento, del senso religioso della vita.
L’incontro con Lui, la fede in Lui, ci ricostruisce, ovvero ci fa uscire da quella sorta di rassegnazione o di angoscia o di cinismo per cui ci sembra che nulla potrà mai cambiare, che dovremo per sempre fare i conti con le macerie del cuore.
In questa Pasqua lasciamoci rialzare dal Cristo Risorto, lasciamo che ricomponga i frammenti della nostra vita e ci ridoni ordine, armonia, riconciliazione: lasciamoci ri-costruire dal Risorto.

sabato 13 gennaio 2024

martedì 21 novembre 2023

lunedì 2 ottobre 2023

domenica 10 settembre 2023

La 27a StraOratorio



Con grande partecipazione di atleti e spettatori, si è svolta la 27a edizione della StraOratorio, la prima dopo gli anni della pandemia.

Durante la S. Messa prima della corsa, i saluti a don Roberto e don Stefano.

Qui trovi alcune immagini della StraOratorio.

domenica 27 agosto 2023

Una domenica , 4 eventi

 

Per il rinfresco di domenica sera 10 settembre , in occasione del saluto a don Roberto, vi chiediamo di dare la vostra adesione indicando se e cosa potete condividere :
- torta salata
- torta dolce
- pizza
- focaccia
- bibite

L'adesione entro domenica 3 settembre tramite messaggio a:

Erika Cordoni 348 7526861
Erik Fechino 3313501003
don Elia 3311445774


sabato 24 dicembre 2022

La "tregua" di Natale



Natale 1914: la prima grande guerra è iniziata da qualche mese. Le cronache, accertate dagli storici, narrano di una tregua sul fronte di guerra, ad Ypres, nel Belgio, dove soldati tedeschi e britannici combattono e si uccidono. Una tregua decisa dal basso, dalle truppe che, nel freddo rigore delle trincee, in quella notte di Natale cominciano a cantare i tradizionali canti natalizi. Ne segue un incontro tra “nemici” che, per un giorno, si scambiano auguri e piccoli doni fino ad improvvisare una partita a calcio, capace di unire lingue e tradizioni differenti.
Sarebbe una bella storia, ma è durata un giorno, e il primo conflitto mondiale negli anni successivi porterà alla perdita di 15 milioni circa di vite umane.
Sarebbe una bella storia, ma anche oggi, alle porte del Natale, assistiamo ad un sanguinoso conflitto e non sappiamo se vi sarà una tregua di Natale.
Anche noi, però, rischiamo di considerare il Natale come una tregua, come una parentesi: “stacchiamo”, per così dire, dai frenetici ritmi ordinari, e ci consegniamo al clima delle feste, per ritornare, di lì a poco, al freddo rigore di gennaio e di nuovo immersi nella battaglia della vita. Tregua finita; chiusa parentesi; punto e a capo.
Ma il Natale, quello che celebrano i cristiani, intendo dire, non è una tregua e non è una parentesi destinata a chiudersi nel giro di breve tempo. No, il Natale ha il carattere di una definitività perché Dio entra nella storia degli uomini per restarvi, non per fare qualche giorno di vacanza.
Si chiamerà “Emmanuele” che significa Dio con noi: con noi per sempre, fino alla fine dei nostri giorni.
Allora celebrare il Natale significa riprendere consapevolezza di questa Presenza, significa aprire nuovamente il cuore a questa Presenza, qualora l’avessimo trascurata o abbandonata.
Il giorno di Natale tramonterà ovviamente, come ogni altro giorno, e si spegneranno le luci delle feste, ma la sua Presenza, quella no: rimane sempre con noi. Ed il modo più efficace che il Signore ha scelto per restare con noi sempre, è l’Eucarestia: la domenica è il giorno in cui, nella celebrazione dell’Eucarestia, noi ritroviamo la gioia di una Presenza che non ci abbandona.
Se è vero che “non è sempre Natale”, è pur vero che Lui rimane sempre con noi.
È la nostra certezza, che alimenta la speranza in tempi non facili, come quelli che stiamo vivendo.
È il nostro augurio: Buon Natale!
 
Il vostro parroco don Elia,
con don Roberto e don Angelo

mercoledì 21 dicembre 2022

mercoledì 9 novembre 2022

L'inaugurazione del PalaSanFereolo


Sabato 12 novembre alle 17,30 presso la Chiesa del Sacro Cuore si terrà la celebrazione 
presieduta  dal  Vescovo Maurizio in occasione della inaugurazione del PalaSanFereolo, rinnovato dopo i danni del temporale dello scorso luglio.  

Tutti  gli  atleti,  i dirigenti,  gli  allenatori,  i collaboratori  e  i  genitori, insieme  a  tutti  i parrocchiani,  sono    invitati a  partecipare.  

Al  termine della  celebrazione si terrà la cerimonia  di  inaugurazione  con  il taglio  del  nastro  e la benedizione del Vescovo.

venerdì 15 aprile 2022

Pasqua di guerra?

Mentre scrivo queste righe una guerra brutta e sporca sta provocando violenze, lutti, sofferenze, in Ucraina; abbiamo negli occhi le immagini di mamme, di bimbi, di anziani in fuga; immagini di case, scuole, aziende, chiese distrutte dalle bombe e soprattutto le immagini di disperazione che ci lasciano attoniti di fronte ad una vicenda che mai ci saremmo aspettati nel 2022, dopo due anni, non ancora conclusi, di pandemia, e con un passato non troppo lontano che dovrebbe averci insegnato tante cose … e invece …

Spero che quando leggerete queste righe la pace possa già essere ritornata e avviata la ricostruzione, anche se resteranno straziati e feriti i cuori di tante e tante famiglie.

Nel frattempo la solidarietà di numerose persone, anche in parrocchia, non si è fatta attendere: da subito è scattato il desiderio sincero di aiutare, di stare vicini, di accogliere e anche di pregare, invocando da Dio la riconciliazione tra i popoli.

Mentre pensavo a questo messaggio pasquale mi è giunta davanti agli occhi la foto del grande Crocifisso di Leopoli, messo al sicuro da possibili bombardamenti e irreparabili danni: profugo lui pure, rifugiato lui pure, non si sa dove, probabilmente in qualche scantinato.

Nel grande Crocifisso esposto in chiesa a San Fereolo,, che contempliamo in questi giorni e che porteremo per le vie del quartiere nella grande Via Crucis del Venerdì Santo, noi contempliamo il dolore del mondo, di ogni cuore spezzato, ferito, di tutte le lacrime e di tutto il sangue innocente versato …

Ma contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo anche la nostra speranza perché il suo dolore ci rimanda sempre al suo amore, al dono della sua vita per noi.

Contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo le ragioni della nostra speranza perché sappiamo che la sua è sempre una “collocazione provvisoria” per citare una celebre espressione di Tonino Bello. La croce, infatti, non è la situazione definitiva e irreparabile, ma è preludio di vita e di risurrezione.

Per questo celebriamo la Pasqua con la speranza nel cuore: perché Gesù è il crocifisso risorto, è speranza di vita e di risurrezione anche per noi, anche per ogni caduto e disperato della storia.

Il risorto appare agli undici salutandoli così: “Pace a voi!”. La pace dono del risorto, è quanto chiediamo per il mondo intero ed è anche l’augurio che ci scambiamo in questa Pasqua che, speriamo, sia una Pasqua di cuori pacificati e di popoli riconciliati.

don Elia

venerdì 25 febbraio 2022

Mercoledì delle Ceneri di preghiera e digiuno per la pace

 

Iniziative per la Quaresima 2022


 Nel volantino allegato le proposte per la Quaresima 2022.

Sguardi di Gesù

 

In allegato il volantino relativo alle lectio quaresimali che si terranno nei venerdì di Quaresima.

venerdì 24 dicembre 2021

È Natale perchè... è Pasqua!

Sì, avete letto bene …  No, il parroco non ha confuso le date del calendario.

È Natale perché è Pasqua: cioè possiamo celebrare il Natale non come un evento del passato o come uno dei ricordi nostalgici della nostra infanzia, ma come evento di salvezza per noi, oggi, proprio perché crediamo che Gesù è risorto e vivo: questo ci consente di celebrare e rivivere gli eventi della sua vita, il suo Natale, accogliendo la grazia di questo giorno, pienamente coinvolti e partecipi: è il suo Natale per noi, oggi.

Ho voluto accostare queste poche righe all’immagine che dall’inizio dell’Avvento campeggia nella chiesa del Sacro Cuore: raffigura Giuseppe che, nel sogno, coglie il progetto di Dio su di lui, sulla sua relazione con Maria e su quel bambino che gli sarà affidato e di cui sarà custode: Gesù.

La scritta che accompagna l’immagine è: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre”.

È un invito che viene rivolto più volte a Giuseppe: “Alzati …”. È il verbo della risurrezione: svegliati, risorgi … È un verbo pasquale. E Giuseppe è proprio figura del discepolo che, alzatosi, svegliatosi, risorto, rinnovato, è in grado di prendere con sé il bambino e sua madre.

Ecco perché la Pasqua è condizione per celebrare il Natale: nella misura in cui ci alziamo, ci svegliamo, risorgiamo, siamo in grado di riconoscere e accogliere la presenza di Dio che si rivela, e ci interpella, e chiede accoglienza in un bambino e sua madre.

Abbiamo tutti bisogno di essere svegliati, di rialzarci, di risorgere: veniamo da un periodo, dal quale non siamo ancora pienamente usciti, che ci ha piegati, ci ha messi a terra, ci ha fiaccati, anche come comunità cristiana. Oggi più che mai abbiamo bisogno di rialzarci e di Qualcuno che ci rialzi; abbiamo bisogno di svegliarci da un torpore e forse da una pigrizia che, dopo le chiusure forzate del mesi scorsi, ora, rischiano di chiudere anche gli animi e il cuore.

“Alzati, prendi con te il bambino e sua madre”: sia questo l’invito e l’augurio per tutti e per ciascuno, per la comunità cristiana e per ogni famiglia; per chi è piegato dalla fatica del vivere e dal dolore e per chi è si lasciato abbattere dalla pigrizia e dall’indolenza o per chi si è rinchiuso nel proprio egoismo.

Allora sarà Natale: quando risorti, rialzati, rinnovati nel cuore, sapremo prendere con noi il Bambino e sua Madre.

A tutti voi, a tutte le famiglie, a tutta la comunità parrocchiale porgiamo l’augurio per un Natale santo e sereno, nell’attesa di poterci vedere alle celebrazioni natalizie.
Il vostro parroco don Elia, con don Roberto e don Angelo.