venerdì 12 agosto 2016

Il Vangelo della Domenica - 24 luglio 2016

«Signore insegnaci a pregare!». Non tanto: insegnaci delle preghiere, delle for­mule o dei riti, ma: insegna­ci il cuore della preghiera, mostraci come si arrivi da­vanti a Dio. Nel linguaggio corrente la parola «pregare» indica l'in­sistere, il convincere qual­cuno, il portarlo a cambiare atteggiamento. Per Gesù no, pregare è riattaccarsi di nuo­vo a Dio, come si attacca la bocca alla fontana. Per Gesù, pregare equivale a creare legami, evocando no­mi e volti, primo fra tutti quello del Padre: «quando pregate, dite: Padre». Tutte le preghiere di Gesù riportate dai Vangeli ini­ziano con lo stesso termine «Padre», la parola migliore con cui stare davanti a Dio, con cuore fanciullo e adulto insieme, quella che contie­ne più vita di qualsiasi altra. Padre, fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bontà, di ogni bellezza, un Dio che non si impone ma che sa di ab­bracci; un Dio affettuoso, vi­cino, caldo, cui chiedere, da fratelli, le poche cose indi­spensabili per ripartire ad o­gni alba a caccia di vita. E la prima cosa da chiedere: che il tuo nome sia santifi­cato. Il nome contiene, nel linguaggio biblico, tutta la persona: è come chiedere Dio a Dio, chiedere che Dio ci doni Dio. Perché «Dio non può dare nulla di meno di se stesso», «ma, dandoci se stesso, ci dà tutto!». Venga il tuo regno, nasca la terra nuova come tu la so­gni, la nuova architettura del mondo e dei rapporti uma­ni che il Vangelo ha semina­to. Dacci il pane nostro quoti­diano. Dona a noi tutti ciò che ci fa vivere, il pane e l'a­more, entrambi indispensa­bili per la vita piena, necessari giorno per giorno. E perdona i nostri peccati, to­gli tutto ciò che invecchia il cuore e lo rinchiude; dona la forza per salpare di nuovo ad ogni alba verso terre in­tatte. Libera il futuro. E noi, che adesso conosciamo co­me il perdono potenzia la vi­ta, lo doneremo ai nostri fra­telli, e a noi stessi, per tor­nare leggeri a costruire di nuovo, insieme, la pace. Non abbandonarci alla ten­tazione. Non ti chiediamo di essere esentati dalla prova, ma di non essere lasciati so­li a lottare contro il male, nel giorno del buio. E dalla sfi­ducia e dalla paura tiraci fuori; e da ogni ferita o ca­duta rialzaci tu, Samaritano buono delle nostre vite. Insegnaci a pregare, adesso.

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