sabato 4 marzo 2017

Il Vangelo della Domenica - 26 febbraio 2017

Non preoccupatevi. Per tre volte Gesù ribadisce l'invito: non abbiate quell'affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c'è tempo di fermarsi a parlare con chi si ama. Non lasciatevi rubare la gioia: quella capacità di godere delle cose belle che ogni giorno ci dona.
Perché? Perché Dio non si dimentica di te. […] Guardate gli uccelli del cielo, osservate i gigli del campo. Gesù osserva la vita e la vita gli parla di fiducia. Gesù oggi ci pone la questione della fiducia. Dove metti la tua fiducia? La sua proposta è chiara: «in Dio, prima di tutto, perché Lui non ti abbandona ed ha un progetto per te. Non mettere la fiducia nel tuo conto in banca». Non potete servire Dio e la ricchezza. Non è la ricchezza che Gesù ha di mira - infatti tra i suoi amici aveva persone ricche e altre povere - bensì ciò che lui chiama, in aramaico,
mammona. «Mammona non è la ricchezza in sé, ma quella nascosta, avara, chiusa alla solidarietà, e che produce ingiustizia», che rende schiave le persone, che assorbe il loro tempo, i pensieri, la vita. Guardate gli uccelli e non preoccupatevi. Se Dio nutre queste creature che non seminano, non mietono, quanto più voi che invece lavorate, seminate e raccogliete. Non è un invito al fatalismo o alla passività in attesa che la Provvidenza risolva al posto nostro i problemi: la Provvidenza conosce solo uomini in cammino. Non preoccupatevi, il Padre sa. […] Non preoccupatevi, Dio sa. Ma come faccio a dirlo a chi non trova lavoro, a chi non riesce ad arrivare a fine mese, non vede speranza per i figli? La soluzione non è fatta di parole: «Se uno è senza vestiti e cibo e tu gli dici, va in pace, non preoccuparti, riscaldati e saziati, ma non gli dai il necessario per il corpo, a che cosa ti serve la tua fede?» (Giacomo 2,16). Dio ha bisogno delle mie mani per essere Provvidenza. Io mi occupo di qualcuno, e allora il Dio che veste i fiori si occuperà di me. Cercate prima di tutto il Regno. […] Cerca prima di tutto le cose di Dio, che sono solidarietà, generosità, amore, e troverai ciò che fa volare, ciò che fa fiorire!

Il Vangelo della Domenica - 19 febbraio 2017

Siate perfetti come il Padre, siate santi perché io, il Signore, sono santo. Santità, perfezione, parole che ci paiono lontane, per gente che fa un'altra vi­ta, dedita alla preghiera e alla contemplazione. E invece quale concretezza nella Bibbia: non coverai nel tuo cuore odio verso tuo fratello, non serberai rancore, amerai il prossimo tuo come te stesso.
La concretezza della santità: niente di astratto, lontano, separato, ma il quotidiano, santità ter­restre che profuma di casa, di pane, di gesti. E di cuore. Siate perfetti come il Padre. Ma nessuno potrà mai esserlo, è come se Gesù ci domandasse l'im­possibile. Ma non dice «quanto Dio» bensì «co­me Dio», con quel suo stile unico, che Gesù tra­duce in queste parole: siate come Lui che fa sor­gere il sole sui buoni e sui cattivi. Mi piace tanto questo Dio solare, luminoso, po­sitivo, questo suo far sorgere il sole su buoni e cat­tivi. Così farò anch'io, farò sorgere un po' di so­le, un po' di speranza, un po' di luce, a chi ha so­lo il buio davanti a sé; trasmetterò il calore della tenerezza, l'energia della solidarietà. Testimone che la giustizia è possibile, che si può credere nel sole anche quando non splende, nell'amore an­che quando non si sente. C'è un augurio che ri­volgo ad ogni bambino che battezzo, quando il papà accende la candela al cero pasquale: che tu possa sempre incontrare, nei giorni spenti, chi sappia in te risvegliare l'aurora. Quante volte ho visto sorgere il sole dentro gli occhi di una per­sona: bastava un ascolto fatto col cuore, un aiu­to concreto, un abbraccio vero! Amate i vostri nemici. Fate sorgere il sole nel lo­ro cielo; che non sorgano freddezza, condanna, rifiuto, paura. Potete farlo anche se sembra im­possibile. Voi potete non voi dovete. Perché non si ama per decreto. Io ve ne darò la capacità se lo desiderate, se lo chiedete. […] Cosa significano allora gli imperativi: amate, pre­gate, porgete, prestate. Sono porte spalancate ver­so delle possibilità, sono la trasmissione da Dio all'uomo di una forza divina, quella che guida il sole e la pioggia sui campi di tutti, di chi è buo­no e di chi no, la forza solare di chi fa come fa il Padre, che ama per primo, ama in perdita, ama senza aspettarsi contraccambio alcuno.