domenica 12 ottobre 2014

E' il pomeriggio della Sagra

Il tempo uggioso non ha spaventato tantissimi sanfereolini che hanno affollato l'oratorio (dove i giovani avevano organizzato i giochi per i bambini) ed il mercatino delle cose vecchie.

Qui trovi alcune foto del pomeriggio.

sabato 11 ottobre 2014

Presentato il libro sulla storia della parrocchia


Alla vigilia della Sagra, Brumo ed Erminio Pezzini hanno presentato il volume che racconta, con numerosissime immagini, la storia della nostra parrocchia. Il libro è disponibile presso l'ufficio parrocchiale.

domenica 5 ottobre 2014

La festa degli anniversari di matrimonio

https://www.flickr.com/photos/sanfereolo/sets/72157648340589306/

Nella domenica in cui si si è aperto il Sinodo su "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione", la nostra parrocchia ha celebrato la festa degli anniversari di matrimonio, con ben 38 coppie partecipanti, che festeggiavano dai 10 sino ai 62 anni di matrimonio.

sabato 4 ottobre 2014

La festa della nostra Comunità

Ci sono alcuni momenti nei quali siamo chiamati a prendere coscienza e soprattutto a vivere il grande dono di essere comunità parrocchiale o, se vogliamo, il nostro essere famiglia di Dio, piccola Chiesa, qui in mezzo al nostro quartiere. E di questa presa di coscienza ne abbiamo tanto bisogno. Oggi in modo particolare.

PERCHE’?
Infatti noi, pur frequentando la parrocchia, pensiamo poco o niente a ciò che vuol dire appartenere alla comunità parrocchiale, alla famiglia di Dio. Infatti partecipiamo alla Messa, riceviamo i sacramenti, salutiamo i sacerdoti, sostiamo negli ambienti parrocchiali, ma abbiamo poco coscienza che siamo una comunità, una famiglia. Constatiamo tutto questo dal fatto che non sentiamo mai dire “la nostra comunità”, “la nostra parrocchia”. Vediamo e siamo più che mai coscienti che il parroco è il “padrone” della comunità. Lui porta il peso di tutto e di tutti.
E’ vero che è lui il perno sul quale gira tutta la comunità, ma niente toglie che tutti siamo - sotto diversi aspetti - responsabili della vita, delle attività e soprattutto della missione della parrocchia nei confronti del quartiere.

CHE GIOIA, CHE SPERANZA…
Siamo e dobbiamo tutti essere più che mai convinti che nella misura in cui prendiamo coscienza di appartenere alla famiglia di Dio, che si concretizza nella sua comunità parrocchiale, noi abbiamo la vera ed autentica gioia. E questa scaturisce dal fatto che tutti siamo figli di Dio, e quindi fratelli e sorelle, il mondo è la nostra casa nella quale dobbiamo vivere il più a lungo possibile e nel migliore dei modi e tutto ci viene dato per amore e gratuitamente da Dio nostro Padre, dal suo Figlio Gesù e dallo Spirito Santo.
Ma viviamo anche nella speranza che il meglio deve ancora venire.
Vale a dire siamo in attesa che si realizzi la beata speranza della vita eterna dove la gioia non verrà mai meno, dove la festa non si esaurirà mai e sarà sempre nuova e sorprendente.
Dobbiamo però anche dire che, pur vivendo questi sentimenti e questa attesa, non dobbiamo assolutamente trascurare di gioire, esultare, ma anche godere per le cose belle di questa terra. Sono doni di Dio, sono anticipazioni della gioia eterna. Beati coloro che sanno godere di queste cose sempre in vista di quelle future.

LA SAGRA, UNA FELICE OCCASIONE
Se siamo famiglia di Dio che si manifesta per mezzo della comunità parrocchiale è allora bello fare sagra e nello stesso tempo gioire per essere tutti uniti da un vincolo santo creato in noi dal Padre celeste mediante il battesimo.
Questo appuntamento è allora un dono da accogliere e soprattutto da vivere. Da accogliere, perché ci farà vedere concretamente quello che siamo. Infatti trovandoci tutti insieme alle celebrazioni in chiesa, nei luoghi di gioco, nei momenti di incontro tra amici e parenti, noi sperimentiamo vivamente che siamo una cosa sola. Ma anche da vivere: infatti non si tratta solo di pregare insieme, servono poco i giochi organizzati e gli incontri tra amici, bisogna anche gioire per quello che siamo ed esultare di avere in dono la grazia di essere popolo di Dio, ma anche sanfereolini.

VIVIAMO LA NOSTRA SAGRA
E’ l’invito che ci facciamo a vicenda. Questo appuntamento solenne e sempre atteso porti la gioia nei nostri cuori, apra le nostre famiglie all’accoglienza serena di parenti e amici, ci faccia incontrare più numerosi possibili e pieni di fede attorno all’altare della nostra Chiesa parrocchiale, ci dia l’occasione di ore serene nel cortile del nostro oratorio guardando i bambini giocare e divertirsi.
In questi giorni di festa avremo per tutti, vivi e defunti, un ricordo particolare all’altare del Signore. A Lui presenteremo le nostre speranze e le nostre fatiche, consapevoli che è sempre al nostro fianco. A tutti e a ciascuno auguriamo buona Sagra.

IL PROGRAMMA RELIGIOSO
Celebrazioni
- Durante la settimana alle Messe di orario si terrà un breve pensiero di omelia e si reciterà la preghiera per la comunità.
- Martedì sera 7 ottobre dalle ore 21 alle 22 la preghiera silenziosa. Venerdì pomeriggio adorazione prima della Messa sia alla Chiesa del S. Cuore che a S. Fereolo.
- Domenica 12 ottobre la Messa delle ore 10 in S. Fereolo sarà celebrata solennemente con tutti gli operatori pastorali.
- Lunedì 13 ottobre alle ore 10 ufficio solenne a S. Fereolo, alle ore 17 al S. Cuore e alla sera alle ore 21 ancora in S. Fereolo.

Confessioni 
Martedì sera 7 ottobre durante la preghiera silenziosa ci sarà la possibilità di confessarsi. 
Sabato pomeriggio 11 ottobre dalle ore 14,30 sia al S. Cuore che a S. Fereolo.

ALTRE ATTIVITA’
Come sempre in occasione della Sagra saranno allestiti il mercatino, il banco ristoro, la vendita delle torte e di tante altre cose buone. Ci sarà pure la mostra dei quadri, delle navi e altre novità. Nel cortile nel pomeriggio della domenica 12 ottobre ci saranno il luna park per i bambini e… per gli adulti e tante novità.
Sabato 11 ottobre alle ore 21 nel salone del nostro oratorio sarà presentata la nuova opera dei fratelli Bruno ed Erminio Pezzini sulla vita degli ultimi 50 anni della nostra parrocchia. Sarà bello sentire e vedere ciò che il Signore ha fatto in tutti questi anni.
In questa occasione si potrà anche comperare il libro.

Lo Spirito Santo

E’ proprio delle persone intelligenti il chiedersi il perché delle cose ed è bello ed interessante osservare come i bambini, mentre crescono, osservano, incuriositi, tutto quello che vedono e che capita attorno a loro e, quando sono in grado, domandano, perché vogliono avere la spiegazione di tutto. Noi, bambini cresciuti e, si spera, anche maturati, dopo aver riflettuto sul Battesimo che abbiamo ricevuto (che ci ha tolto il peccato originale, facendoci diventare figli adottivi di Dio e capaci di partecipare alla vita divina, mediante la grazia santificante, ed eredi del Paradiso) e dopo aver riflettuto sull’Eucarestia che, se ben ricevuta, ci fa diventare “altri Gesù” viventi in questo mondo, quest’anno, dal piano pastorale parrocchiale, siamo invitati a riflettere sullo Spirito Santo.
Nel capitolo 19° degli Atti degli Apostoli troviamo che Paolo, giunto ad Efeso, trovò alcuni discepoli e disse loro: “Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?”. Gli risposero: “Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo!” Noi, invece, abbiamo sentito dire che esiste lo Spirito Santo, soprattutto quando siamo stati preparati per ricevere la Cresima, ma, una volta ricevuta, da troppi cristiani, lo Spirito Santo è stato messo “in cassa integrazione” ed hanno impostato la loro vita come se non l’avessero ricevuto. Purtroppo, questo è il motivo per cui troppi cristiani, dopo la Cresima, abbandonano la pratica religiosa; forse anche perché non sono stati preparati bene.
Sentiamo, ora, che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà, ha liberamente creato l’uomo (a sua immagine e somiglianza: non poteva fare diversamente) per renderlo partecipe della sua vita beata. Nella pienezza dei tempi (cfr. la Lettera agli Ebrei), Dio Padre ha mandato il suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti in peccato, convocandoli nella sua Chiesa e rendendoli suoi figli adottivi per opera dello Spirito Santo ed eredi della sua eterna beatitudine”.
Quindi lo Spirito Santo, la terza Persona della S. S. Trinità, l’Amore personificato che unisce il Padre al Figlio, ha un compito vitale nella Chiesa, perché la edifica, la anima e la santifica, ridonando ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato e facendogli vivere in Cristo la vita stessa della S. S. Trinità attraverso i Sacramenti. Li manda, inoltre, a testimoniare la verità di Cristo, organizzandoli nelle loro mutue funzioni, affinché portino frutti di una vita nuova. Ma vivere una vita nuova, senza un aiuto particolare del Signore, è impossibile, ne sono un chiaro esempio gli Apostoli, i quali, pur essendo stati alla scuola di Gesù, pur avendolo ascoltato ed avendo visto i suoi miracoli, nel momento della passione lo hanno abbandonato e si sono rinchiusi nel Cenacolo per paura. Gesù, però, li aveva preavvertiti, dicendo loro: “E’ necessario che io me ne vada, perché vi manderò lo Spirito Santo che vi insegnerà tutto quello che io vi ho detto, voi non allontanatevi da Gerusalemme”. Con lo Spirito Santo che hanno ricevuto nel giorno di Pentecoste, gli Apostoli sono diventati talmente istruiti e coraggiosi da essere pronti ad affrontare anche la morte pur di non venir meno alla missione ricevuta da Gesù.
Facciamo ora una breve riflessione: per riparare il peccato, offesa di una gravità infinita perché fatta a Dio, è stato necessario il sacrificio di un uomo-Dio (Gesù), così, se vogliamo salvarci, è necessario lasciarci guidare dallo Spirito Santo, non sono sufficienti le nostre sole forze. Gesù lo ha affermato quando gli Apostoli gli hanno chiesto:”Chi potrà salvarsi?”, ha risposto: “Questo è impossibile agli uomini, non a Dio!”.
Quindi la salvezza è un dono di Dio, però Lui vuole la nostra collaborazione, anche per darci la soddisfazione di poter dire:”Se andrò in Paradiso, sarà anche perché ho voluto collaborare con il Signore”, per una persona intelligente, questa è una bella soddisfazione, mentre si proverà un grandissimo rimorso se si andrà all’inferno perché non “ho voluto collaborare con il Signore!”. S. Agostino lo dice:”Colui (Dio) che ha suggerito ai tuoi genitori di farti nascere, non ti porterà in Paradiso se tu non vuoi!”. Già nell’Antico Testamento, quando gli Ebrei offrivano preghiere e sacrifici a Dio, ma non si preoccupavano di migliorare la propria condotta di vita, Dio si è più volte lamentato anche con parole molto dure. Ci basti quello che troviamo nel profeta Isaia: “Ascoltate la parola del Signore, dice il profeta, prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio. Perché mi offrite sacrifici senza numero?... Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco... smettete di presentare offerte inutili. L’incenso per me è un abominio... non posso sopportare delitto e solennità! Io detesto le vostre feste, per me sono un peso, sono stanco di sopportarle! Quando stendete le mani (per pregare), io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolterei, le vostre mani grondano sangue! Lavatevi! Purificatevi! Allontanate da me il male delle vostre azioni! Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia.” (Isaia 1,10-17).
Papa Francesco ha ricordato giorni fa che:”Chi parla male del fratello, uccide il fratello!”. Penso che tutti conosciamo il detto: ”Ne uccide più la lingua che la spada!”
Purtroppo anche le nostre feste patronali (le Sagre) invece di essere l’occasione per sinceramente “convertirci” al Signore, possono correre il rischio di ridursi ad una semplice occasione di “svago”. Basta guardare lo standard delle programmazioni: mostre, musica, balli e… buona cucina; la parte religiosa ridotta veramente ai minimi termini e, magari, il Patrono è un martire che ha sacrificato la sua vita per Gesù e noi chiediamo il suo aiuto, divertendoci! Che sfrontatezza!
Non meravigliamoci più di tanto, ma rendiamoci conto dell’urgenza educativa nel campo religioso: abbiamo bisogno di “convertirci allo Spirito Santo” per capire come dobbiamo comportarci per essere veramente graditi al Signore. Noi ci troviamo nella situazione in cui si trovavano gli Apostoli, che avevano ascoltato l’insegnamento di Gesù (le sue parabole, le sue raccomandazioni, le sue invettive..), ed avevano visto i suoi miracoli, ma non avevano capito l’importanza veramente vitale della chiamata di Gesù a seguirlo se volevano essere salvati. Hanno avuto bisogno dello Spirito Santo per capire che se non avessero corrisposto, quella chiamata, anziché essere una chiamata alla salvezza, sarebbe diventata una chiamata alla perdizione.
Quindi sono usciti dal Cenacolo e neppure la minaccia della morte li ha fermati, perché erano convinti che se anche perdevano questa vita terrena, sicuramente li aspettava una vita eternamente beata.
Anche noi abbiamo conosciuto Gesù, le sue parabole, il suo insegnamento, i suoi miracoli, anche noi, come gli Apostoli, abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nei Sacramenti (soprattutto nella Cresima), ma, a differenza degli Apostoli, non lo lasciamo agire. Ci è stato dato come guida, ma noi, troppo superbi, pensiamo di non averne bisogno. Immaginarsi, noi dell’era supertecnologica, non dobbiamo essere capaci di camminare con le nostre gambe? Siamo capaci di decidere da soli quello che dobbiamo fare e quello che non dobbiamo fare.
Purtroppo questo è il risultato di un lavoro pastorale rivolto esclusivamente ai fanciulli al fine della sacramentalizzazione, senza la preoccupazione di compiere una vera iniziazione cristiana, cioè quel processo formativo che permette l’assimilazione di conoscenze e di valori nonché l’acquisizione di atteggiamenti e di comportamenti necessari a compiere un vero cammino di fede e a fare la scelta personale di Cristo nella Chiesa. Inoltre questo vuoto è anche la manifestazione di una mentalità materialistica che relega la religione all’età della fantasia, considerata oramai superata dall’età della ragione. (M. Chiarapini, E loro se ne vanno - l’incognita del post-cresima. Ed. Paoline).
Concludiamo questa riflessione introduttiva sullo Spirito Santo, ricordando quello che papa Francesco afferma al n. 280 della “Evangelii gaudium”: “Non c’è maggior libertà che quella di lasciarci portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera, perché Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca ed in ogni momento”. 
In quest’anno, penso, sarebbe molto utile recitare, nelle preghiere, l’invocazione allo Spirito Santo: Vieni, Spirito Santo, insegnaci a sperare, insegnaci ad amare, insegnaci a lodare Iddio. Insegnaci a pregare, insegnaci la via, insegnaci tu l’unità!

E' l'anno dello Spirito


La nostra vita è continuamente arricchita di doni celesti. Ne siamo più che mai convinti. E’ che purtroppo non ce ne accorgiamo o, peggio, ancora non li consideriamo veri valori per la realizzazione piena della nostra vita. 


SUPERIAMO QUESTA IGNORANZA
La nostra comunità parrocchiale, consapevole che questa ignoranza è grande, dopo gli anni in cui la sua pastorale era caratterizzata prevalentemente dall’evangelizzazione del quartiere, ora da qualche anno è passata a riflettere sui doni dei sacramenti.
Lo scopo di questa scelta sta nel fatto che non basta riceverli, bisogna soprattutto viverli. E’ infatti vivendoli che noi realizziamo pienamente la nostra vita. Possiamo dire che dopo aver riflettuto e meditato, ma anche pregato, noi stiamo constatando che qualcosa si sta muovendo.

DALL’ANNO DEL BATTESIMO ...
In questa circostanza molti hanno avuto la possibilità di conoscere esattamente il giorno nel quale hanno ricevuto il grande dono che li ha fatti figli di Dio.
Oltre a questo ricordo, che è sempre bello, noi vediamo che diversi fedeli vengono a leggere la preghiera per il rinnovamento delle promesse battesimali e poi ad accendere il cero nel giorno del loro anniversario.
Alcune mamme, invece, mentre accendo il cero, leggono loro la preghiera per il loro piccolo.  Noi speriamo che questo felice ricordo porti sempre, ma soprattutto ravvivi nei cuori la gioia di avere Dio per Padre, Gesù per fratello redentore e lo Spirito Santo come dolce ospite della propria anima.

DALL’ANNO DELL’EUCARESTIA ...
Abbiamo vissuto l’anno dell’eucarestia con grande gioia. Questo stupendo dono del Signore dà infatti la possibilità di rivivere con Lui il mistero della sua morte e risurrezione, ma anche di sostare in serena e adorante amicizia ai suoi piedi per lasciarci amare e per dirgli tutto il nostro amore.
Senza inorgoglirci per ciò che abbiamo visto in questo anno, dobbiamo dire che abbiamo constatato una maggior presenza di fedeli alle Messe feriali. Qualcuno forse ha capito che veramente le parole di Gesù sono determinanti per la vita e cioè quelle che dicono “senza di me non potete far nulla“. Infatti senza l’Eucarestia noi manchiamo del cibo che alimenta la vita dei figli di Dio, non facciamo esperienza spirituale del suo amore, non diventiamo santi.
Mangiando Gesù noi diventiamo immagini vive del suo amore per i fratelli.

... ALL’ANNO DELLO SPIRITO SANTO
Non ci fermeremo tanto a riflettere e a meditare sul sacramento della Cresima, ma sullo Spirito Santo in quanto tale, come Terza Persona della Trinità, come dono offerto a chi diventa figlio di Dio.
Se il Battesimo ci fa figli di Dio, noi abbiamo il dovere di crescere e di maturare nella vita divina ricevuta in dono. E la crescita che comporta una sempre più perfetta identificazione con Gesù Cristo, vero modello di ogni uomo e donna, è opera dello Spirito Santo.
E’ Lui che ci dà occhi nuovi per vedere le cose, la vita con le sue vicende liete e tristi, come le vede Dio stesso. E’ lo Spirito che ci dà la forza per divenire ed essere come Gesù. Ed è ancora Lui il germe che ci fa tendere alla vita eterna e raggiungerla un giorno.

NOI SPERIAMO
Se dall’anno del Battesimo e dall’Eucarestia abbiamo visto dei frutti, noi speriamo che anche quest’anno abbondino nuovi doni sia per la nostra vita personale che per la nostra comunità parrocchiale. Ne siamo sicuri.
E’ ciò che vuole Dio nostro Padre, è quanto ci ha ottenuto Gesù con la sua morte e risurrezione, è ciò che lo Spirito sospira e geme dentro il cuore di tutti gli uomini, sia che abbiano ricevuto il Battesimo, sia che attendano ancora inconsapevolmente di essere fatti salvi. In questo cammino di approfondimento saremo aiutati in diverse occasioni: dalla scuola di Bibbia ai centri di ascolto della Parola di Dio, da alcune omelie alle preghiere di adorazione, come pure dagli articoli che il nostro don Marco ci offrirà tramite il nostro bollettino.