venerdì 15 aprile 2022

Pasqua di guerra?

Mentre scrivo queste righe una guerra brutta e sporca sta provocando violenze, lutti, sofferenze, in Ucraina; abbiamo negli occhi le immagini di mamme, di bimbi, di anziani in fuga; immagini di case, scuole, aziende, chiese distrutte dalle bombe e soprattutto le immagini di disperazione che ci lasciano attoniti di fronte ad una vicenda che mai ci saremmo aspettati nel 2022, dopo due anni, non ancora conclusi, di pandemia, e con un passato non troppo lontano che dovrebbe averci insegnato tante cose … e invece …

Spero che quando leggerete queste righe la pace possa già essere ritornata e avviata la ricostruzione, anche se resteranno straziati e feriti i cuori di tante e tante famiglie.

Nel frattempo la solidarietà di numerose persone, anche in parrocchia, non si è fatta attendere: da subito è scattato il desiderio sincero di aiutare, di stare vicini, di accogliere e anche di pregare, invocando da Dio la riconciliazione tra i popoli.

Mentre pensavo a questo messaggio pasquale mi è giunta davanti agli occhi la foto del grande Crocifisso di Leopoli, messo al sicuro da possibili bombardamenti e irreparabili danni: profugo lui pure, rifugiato lui pure, non si sa dove, probabilmente in qualche scantinato.

Nel grande Crocifisso esposto in chiesa a San Fereolo,, che contempliamo in questi giorni e che porteremo per le vie del quartiere nella grande Via Crucis del Venerdì Santo, noi contempliamo il dolore del mondo, di ogni cuore spezzato, ferito, di tutte le lacrime e di tutto il sangue innocente versato …

Ma contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo anche la nostra speranza perché il suo dolore ci rimanda sempre al suo amore, al dono della sua vita per noi.

Contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo le ragioni della nostra speranza perché sappiamo che la sua è sempre una “collocazione provvisoria” per citare una celebre espressione di Tonino Bello. La croce, infatti, non è la situazione definitiva e irreparabile, ma è preludio di vita e di risurrezione.

Per questo celebriamo la Pasqua con la speranza nel cuore: perché Gesù è il crocifisso risorto, è speranza di vita e di risurrezione anche per noi, anche per ogni caduto e disperato della storia.

Il risorto appare agli undici salutandoli così: “Pace a voi!”. La pace dono del risorto, è quanto chiediamo per il mondo intero ed è anche l’augurio che ci scambiamo in questa Pasqua che, speriamo, sia una Pasqua di cuori pacificati e di popoli riconciliati.

don Elia

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