Natale 1914: la prima grande
guerra è iniziata da qualche mese. Le cronache, accertate dagli storici,
narrano di una tregua sul fronte di guerra, ad Ypres, nel Belgio, dove soldati
tedeschi e britannici combattono e si uccidono. Una tregua decisa dal basso,
dalle truppe che, nel freddo rigore delle trincee, in quella notte di Natale
cominciano a cantare i tradizionali canti natalizi. Ne segue un incontro tra
“nemici” che, per un giorno, si scambiano auguri e piccoli doni fino ad
improvvisare una partita a calcio, capace di unire lingue e tradizioni
differenti.
Sarebbe una bella storia, ma è durata un giorno, e il primo conflitto mondiale negli anni successivi porterà alla perdita di 15 milioni circa di vite umane.
Sarebbe una bella storia, ma anche oggi, alle porte del Natale, assistiamo ad un sanguinoso conflitto e non sappiamo se vi sarà una tregua di Natale.
Anche noi, però, rischiamo di considerare il Natale come una tregua, come una parentesi: “stacchiamo”, per così dire, dai frenetici ritmi ordinari, e ci consegniamo al clima delle feste, per ritornare, di lì a poco, al freddo rigore di gennaio e di nuovo immersi nella battaglia della vita. Tregua finita; chiusa parentesi; punto e a capo.
Ma il Natale, quello che celebrano i cristiani, intendo dire, non è una tregua e non è una parentesi destinata a chiudersi nel giro di breve tempo. No, il Natale ha il carattere di una definitività perché Dio entra nella storia degli uomini per restarvi, non per fare qualche giorno di vacanza.
Si chiamerà “Emmanuele” che significa Dio con noi: con noi per sempre, fino alla fine dei nostri giorni.
Allora celebrare il Natale significa riprendere consapevolezza di questa Presenza, significa aprire nuovamente il cuore a questa Presenza, qualora l’avessimo trascurata o abbandonata.
Il giorno di Natale tramonterà ovviamente, come ogni altro giorno, e si spegneranno le luci delle feste, ma la sua Presenza, quella no: rimane sempre con noi. Ed il modo più efficace che il Signore ha scelto per restare con noi sempre, è l’Eucarestia: la domenica è il giorno in cui, nella celebrazione dell’Eucarestia, noi ritroviamo la gioia di una Presenza che non ci abbandona.
Se è vero che “non è sempre Natale”, è pur vero che Lui rimane sempre con noi.
È la nostra certezza, che alimenta la speranza in tempi non facili, come quelli che stiamo vivendo.
È il nostro augurio: Buon Natale!
Il vostro parroco don Elia,
con don Roberto e don Angelo
Sarebbe una bella storia, ma è durata un giorno, e il primo conflitto mondiale negli anni successivi porterà alla perdita di 15 milioni circa di vite umane.
Sarebbe una bella storia, ma anche oggi, alle porte del Natale, assistiamo ad un sanguinoso conflitto e non sappiamo se vi sarà una tregua di Natale.
Anche noi, però, rischiamo di considerare il Natale come una tregua, come una parentesi: “stacchiamo”, per così dire, dai frenetici ritmi ordinari, e ci consegniamo al clima delle feste, per ritornare, di lì a poco, al freddo rigore di gennaio e di nuovo immersi nella battaglia della vita. Tregua finita; chiusa parentesi; punto e a capo.
Ma il Natale, quello che celebrano i cristiani, intendo dire, non è una tregua e non è una parentesi destinata a chiudersi nel giro di breve tempo. No, il Natale ha il carattere di una definitività perché Dio entra nella storia degli uomini per restarvi, non per fare qualche giorno di vacanza.
Si chiamerà “Emmanuele” che significa Dio con noi: con noi per sempre, fino alla fine dei nostri giorni.
Allora celebrare il Natale significa riprendere consapevolezza di questa Presenza, significa aprire nuovamente il cuore a questa Presenza, qualora l’avessimo trascurata o abbandonata.
Il giorno di Natale tramonterà ovviamente, come ogni altro giorno, e si spegneranno le luci delle feste, ma la sua Presenza, quella no: rimane sempre con noi. Ed il modo più efficace che il Signore ha scelto per restare con noi sempre, è l’Eucarestia: la domenica è il giorno in cui, nella celebrazione dell’Eucarestia, noi ritroviamo la gioia di una Presenza che non ci abbandona.
Se è vero che “non è sempre Natale”, è pur vero che Lui rimane sempre con noi.
È la nostra certezza, che alimenta la speranza in tempi non facili, come quelli che stiamo vivendo.
È il nostro augurio: Buon Natale!
Il vostro parroco don Elia,
con don Roberto e don Angelo
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