domenica 30 novembre 2014

In doni dello Spirito Santo - La Sapienza


Mi sembra opportuno, dovendo parlare dei doni dello Spirito Santo, ricordare, come punto di partenza, quello che ha fatto il Signore quando ha deciso di creare l’uomo: ha dato vita ad una serie di creature (luce, terra, aria, acqua, animali...) delle quali sapeva che l’uomo avrebbe avuto bisogno per vivere. Creandole, ha dato a ciascuna una legge, l’osservanza della quale, manteneva nel creato un ordine meraviglioso, basta leggere i primi due capitoli della Genesi per rendersene conto. Quindi anche l’uomo ha avuto dal Creatore una legge, osservando la quale, sarebbe stato conservato questo ordine: l’uomo avrebbe dominato tutto il creato perchè, a differenza di tutte le altre creature, era stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ed avrebbe trovato nelle creature (i frutti della terra) il necessario per vivere.
Il peccato originale ha sconvolto tutto ed ha portato l’uomo a cibarsi anche della carne degli animali ed il loro ribellarsi è segno che “all’inizio non era così”. Questo però non toglie che gli animali, che devono sempre essere trattati bene, devono sempre essere a servizio dell’uomo e non l’uomo a servizio degli animali, come, purtroppo, sembra che si sia incamminati per questi animalisti esagerati! Non dimentichiamo che Gesù ha promesso la ricompensa per quello che facciamo per gli uomini, non per gli animali! In questo periodo di crisi (molte famiglie vivono quasi in miseria) non so come si possano giustificare le ingenti cifre di risorse economiche (centinaia di migliaia di euro) spese per canili riscaldati e con assistenza medica!
La Sapienza, dono dello Spirito Santo, dovrebbe guidarci anche in queste scelte, come nelle normali scelte della vita quotidiana, se, però, l’ascoltiamo!
La Chiesa, guidata da papa Francesco, sta impegnandosi in modo particolare per la famiglia, istituzione fondamentale sia per la società civile come per quella religiosa, penso, quindi, che sia una buona scelta quella di lasciarci guidare dalla lettera che il cardinal Martini ha indirizzato alle famiglie in occasione del S. Natale del 1997: Lo Spirito Santo in Famiglia. La liturgìa ambrosiana, infatti, suggerisce la benedizione delle famiglie a Natale.
La lettera, per ogni dono dello Spirito Santo, riporta: “Frammenti di vita quotidiana” poi una preghiera ed una riflessione. 

Frammenti di vita quotidiana
1. Ti ho sentita gridare l’altra sera a tuo marito: “Non capisci proprio niente!” Come è successo che la persona alla quale hai legato la vita, l’uomo che in altri momenti ti ha fatto sentire così importante, così amata, abbia meritato di essere così rimproverato? Ti sembra che delle cose veramente importanti non si riesca più a parlare e ti ferisce constatare che lui non s’accorga di quanto ti faccia male quella sua aria superiore: sembra sempre compatirti, t’ascolta distratto, mentre parli dà un’occhiata all’orologio e già pensa ad altro... Possibile che non capisca!
2. “I miei genitori non mi capiscono proprio!” Ti ricordo qualche anno fa, quando ammiravi tuo padre che “sapeva fare tutto”, aveva sempre una risposta per le tue domande.... Ricordo quando correvi da tua madre per sentire lodare i tuoi disegni o per medicare un graffio… Eri certo, allora, che papà e mamma capissero tutto e che potevi andare sicuro incontro alla vita perché potevi contare su di loro. Ora, invece, ogni tua richiesta sembra scontentarli, vedono pericoli dappertutto, a scuola potresti fare molto di più. Insomma, non ci si capisce più, sembra di vivere in mondi differenti! 
3. “Ed ora, che faccio?” Ho dovuto andare in pensione prima del previsto e adesso non so più che cosa fare. Avevo la giornata piena, prima, sognavo il tempo libero per i miei passatempi, ora, che ho tutto il giorno libero, mi trovo spaesato, non mi capisco. Nel mio lavoro ero competente, un consigliere stimato per i giovani, mi piaceva il lavoro ben fatto, senza stupide vanterie. Ed ora, eccomi qui, mi aggiro per casa inconcludente e brontolone per trovarmi a sera inutile e nervoso.

Preghiera e riflessione
Invoco lo Spirito perché effonda su voi la sapienza. La sapienza è il dono per il quale ogni casa è misurata sulla carità di chi ci ha amato fino alla morte in croce; sapiente è chi si lascia amare da Dio; sapiente è chi non vuoI convincere con la sola forza della ragione, ma, pur utilizzando l’intelligenza ed amandone l’esercizio, sa che la verità si irradia anzitutto per mezzo della carità. II dono della sapienza ti raggiunge come una luce nuova di cui si illuminano i volti consueti.
E così una sera, mentre torni dal lavoro, ti sorprende lo stupore di avere una casa, una moglie, dei figli. La sapienza è quel dono per cui il sapore delle cose vere, delle persone care, degli affetti più profondi, ti visita come la luce del mattino: ti rivela il bene che c’è in te, il cammino da compiere e quale sia la fonte inesauribile della speranza. Ti fa sentire una stretta al cuore per le occasioni perdute, per i gesti, le parole, le dimenticanze con cui hai fatto soffrire le persone che ami di più. La sapienza ti suggerisce come chiedere perdono e come regalare di nuovo la gioia. Ti fa riflettere sui motivi di tante discussioni e ti fa sorridere: arrabbiarsi per così poco! Ma ne valeva la pena?
La sapienza ti fa considerare le cose dal punto di vista dell’altro (del papà, della mamma, del figlio adolescente) e ti rendi conto che, forse, non ha tutti i torti! Forse anche tu avresti fatto così!
Il dono della sapienza ti visita come una nuova vocazione e, mentre cominciavi a pensare di essere diventato inutile (pensionato), di essere stato da tutti dimenticato, ti arriva una voce per telefono o per l’aria, che ti invita a una presenza, che ti assegna un compito.
Allora si ridesta la gioia dell’agire, ritrova un ordine lo scorrere delle ore, finalmente la vita ritrova in gesti di carità il sapore di essere vissuta.
Come avete potuto constatare, il cardinale descrive autentiche scene di vita famigliare, c’è solo da osservare che le divergenze che sorgono in famiglia possono avere una lieta conclusione solo se i vari componenti riescono a dedicare ogni giorno qualche tempo al silenzio che favorisce la riflessione e la preghiera.

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