domenica 14 dicembre 2014

I doni dello Spirito Santo - L'intelletto

Il dono dell’Intelletto, dal latino: “intus-legere”, cioè: “leggere dentro”, ci dà la possibilità di capire le cose non dal nostro punto di vista, che può essere anche umano e prudente, ma dal punto di vista del Signore. Ci vuole, quindi, la fede che ci fa vedere i vari avvenimenti della vita alla luce del piano della Provvidenza divina e non di una programmazione umana. Quello che il papa S. Giovanni XXIII chiamava i “segni del tempo”.
Per poter arrivare a questo, però, è sempre necessaria una approfondita riflessione unita ad una umile preghiera per chiedere al Signore che ci aiuti a lasciare in disparte le nostre vedute umane per dare la precedenza al suo progetto di vita, al suo disegno di salvezza che raggiunge tutti.

Frammenti di vita quotidiana
1. La bambina e la nonna. Le hanno detto: “Mettiti l’altro vestito perché tra poco arriverà gente!” Papà e mamma discutevano tra loro stranamente sotto voce, uomini vestiti di scuro parlavano con papà di addobbi e di manifesti.
Le hanno detto: “La nonna è andata in Paradiso!” e la mamma aveva gli occhi lucidi e rossi. Durante le preghiere della sera, la bambina inseguì il viaggio della nonna con la sua puerile fantasia, ma era un viaggio popolato da spaventi e da domande: “Ma, dov’è il Paradiso? La nonna andrà in Paradiso con quei capelli che non le stavano mai pettinati? Ma quanto ci vuole a risorgere?”. Tra quelle domande, la bambina si smarrì e incominciò a piangere..
2. Nella vita ci sono certi momenti di frenesia e di scontentezza nei quali sembra che tutto vada storto: le varie scadenze arrivano troppo presto e ti tolgono il sonno. Arrivi a casa già nervoso per il lavoro o per il viaggio e trovi anche dei musi lunghi e non riesci a capire perché sia il caso di fare tante storie per cose da nulla: la moglie si risente per una battuta infelice, anche se spiritosa, i ragazzi non finiscono di litigare tra loro per delle sciocchezze. A finire l’opera, entrando in garage troppo in fretta, prendi la curva stretta e la fiancata della macchina resta segnata...e non puoi dare la colpa a nessuno! Che vita balorda!
La mattina dopo, percorrendo la strada di sempre per il lavoro, dopo giorni di nebbie e di foschie, ti sorprende il vedere le montagne nitide e fatte così vicine dal vento della notte ed il meraviglioso azzurro di un cielo che ti fa sciogliere ogni tensione. 
3. Non posso lamentarmi dei miei figli: studiano, lavorano, danno una mano alla mamma a sparecchiare la tavola, tengono abbastanza ordine nella loro camera, sono educati coi nonni, ma nei giorni di festa, non vogliono più venire alla S. Messa! Vengono a Natale, a Pasqua e quando c’è la S. Messa per i famigliari defunti, tutto qui!
Qualche volta ne parlo con loro, mi dicono che pregano, credono in Dio, ma non capiscono perché devono andare a Messa tutte le Domeniche!
lo non riesco a pensare una domenica senza S. Messa, loro, invece, pur così educati, pensano diversamente! Ecco il mistero della libertà! Non si può far altro che pregare e sperare!

Preghiera e riflessione
Invoco lo Spirito Santo perché effonda il dono dell’Intelletto.
Questo dono ci fa penetrare nell’intimo del mistero di Dio, cogliendo la radice unitaria da cui scaturiscono tutte quelle verità che sono alla base della nostra vita di fede: creazione e redenzione, l’alleanza di Dio con l’uomo, la predicazione del Regno, la morte e la risurrezione, la S. Scrittura e la tradizione.
Questo dono di uno sguardo profondo, affettuoso ed unificante, lo si riceve e lo si sviluppa sottomettendosi sempre al giudizio della Parola di Dio quale è proclamata, spiegata e testimoniata nella comunione della fede ecclesiale e perseverando nella preghiera contemplativa e nella lectio divina (C. M. Martini, Tre racconti dello Spirito).
Il dono dell’Intelletto rende attenti alla Parola di Dio che, come luce amica, offre fiducia, perché rivela l’infinito amore del Padre che si prende cura delle sue creature e salva i suoi figli.... Il dono dell’Intelletto rende semplici e genuini ed apre la mente a comprendere le S. Scritture, ed allora, può capitare che quello che tante volte si è sentito leggere in Chiesa, un bel giorno, sotto l’incalzare delle domande essenziali o per l’occasione di un dramma che non lascia scampo, diventa, all’improvviso, luminoso e comprensibile. Ecco, allora, che i fatti sopra ricordati, diventano comprensivi ed istruttivi.
1. La bambina che saluta la nonna per l’ultimo viaggio terreno, rivolge il suo sguardo supplichevole e fiducioso al Tabernacolo (la casetta di Gesù, come le hanno insegnato) e, proprio di là, viene la Parola: “Io sono la risurrezione e la vita, chi vive e crede in me, anche se morto, vivrà! (Gv. 11,25).
Quindi, il morire, che ha fatto piangere la bambina ed ha arrossato gli occhi della mamma, per la nonna, vuol dire: “Entrare nella vita di Gesù!”.
2. La frenesia di giornate stressanti ed opprimenti oltre il sopportabile, viene vinta dalla voce così mite e discreta, eppure così vera e persuasiva che dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi darò ristoro!” (Mt. 11,28). Parole che ti fanno conoscere Gesù come l’amico che ti dona la pace, che conosce le tue fatiche e che ti regala il riposo.
3. I genitori scoraggiati dall’impressione di non essere riusciti ad educare alla fede i loro figli, vengono provvidenzialmente raggiunti dall’indiscutibile promessa di Gesù: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me!” (Gv. 12,32) e trovano motivo di sperare. Là dove non sono bastati l’esempio, l’insegnamento ed il precetto, sarà decisiva l’attrattiva di Gesù crocifisso…


A questo punto, penso, sia molto importante fare almeno due osservazioni:
• Gesù ha detto: “Io sono la vite, voi i tralci”, quindi Lui vuole avere bisogno di noi per produrre frutti di salvezza e, nel nostro caso, Dio vuole aver bisogno della nostra voce per far arrivare la sua Parola ai fedeli, quindi, i lettori che si prestano a proclamare la Parola di Dio nella celebrazione della S. Messa (sia feriale che festiva) devono rendersi conto che in quel momento, mettono a disposizione del Signore la loro voce. Abbiano la preoccupazione di scandire bene le parole e di avere il microfono a giusta distanza: è Parola di Dio e, in quel momento, può generare conversioni in chi l’ascolta! Leggendo la storia della vita dei Santi, si viene a conoscere come tante volte la loro conversione è iniziata proprio dall’aver ascoltato la Parola del Signore proclamata nella S. Messa. Lo Spirito Santo che hanno ricevuto nel Battesimo e perfezionato nella Cresima, in quel momento, con il dono dell’Intelletto, ha fatto capire loro che, se volevano salvarsi, dovevano prendere quella Parola di Dio che avevano ascoltato e viverla nella loro vita, cioè, dovevano “convertirsi”!
• E’ un auspicio anche di papa Francesco che ogni famiglia tenga sempre a portata di mano almeno il Vangelo ed ogni giorno, specialmente alla sera, leggerne almeno una pagina. Servirebbe molto per sentirsi uniti e, pregando insieme, la famiglia potrebbe avere dal Signore tutti quegli aiuti necessari e sufficienti per superare le inevitabili difficoltà e prove quotidiane della vita.
Perché lo Spirito Santo possa agire con il dono dell’Intelletto, è, però, necessario che i fedeli, venendo in Chiesa per partecipare alla S. Messa, amino un po’ di più il silenzio ed il raccoglimento! Le distrazioni volontarie, e sono le più numerose, impediscono allo Spirito Santo di agire e, quindi, rendono inutili tante pratiche religiose.

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