domenica 14 dicembre 2014

Riflessioni di fine anno

Vi sono alcuni momenti della nostra vita nei quali si fa un po’ il resoconto di come stanno andando le cose. Uno di questi è proprio l’ultimo giorno dell’anno. In questa circostanza infatti, mentre ci si prepara a chiudere un anno ed aprirne un altro, si passano in rassegna le cose che si lasciano alle spalle e pensando al nuovo anno si nutrono diverse speranze. E così nel ripensare al passato e guardando al futuro si tirano un po’ le somme, si fanno un po’ di conti. Ci auguriamo che ognuno, facendo un buon esame di coscienza si prepari ad un futuro migliore. Se questo vale per ognuno di noi e per le nostre famiglie, lo stesso deve avvenire per la comunità parrocchiale. Ecco ciò che il vostro parroco pensa mentre con voi chiude un altro anno e ne apre uno nuovo. Sono riflessioni ad alta voce che non vogliono essere un’esaltazione di ciò che il Signore ci ha dato di compiere, nè tanto meno un testamento. Ecco allora tre riflessioni.

IL NOSTRO QUARTIERE
Molto spesso penso al quartiere consapevole che è in questa terra che la parrocchia deve evangelizzare. Conoscere la terra, conoscere i suoi abitanti e le loro origini con i loro usi e costumi è fondamentale per il sacerdote che deve raggiungere tutti per portare a ciascuno l’annuncio della buona novella. Non si può amare e tanto meno servire se prima non si conosce. 
Non so quanti siano veramente a conoscenza della realtà del nostro quartiere. Si considera giustamente realtà di periferia, lo è veramente anche se tutti si sentono legati alla città. Per quanto riguarda il numero di abitanti, è il più popoloso della città. Infatti si presume che raggiunga per ora circa 10.000 abitanti, e nel prossimo futuro andrà ancora aumentando. Basti pensare ai nuovi caseggiati in attesa di essere venduti e a quelli che verranno nella grande spianata delle vecchie officine ABB e sul terreno della Pharmagel. Se questa è la realtà edilizia, ciò che lo caratterizza in particolare è il suo tessuto umano. Vediamo infatti che la maggior parte delle case popolari della città si trova in questo quartiere. C’è poi una grande varietà anche nella qualità delle abitazioni. Vediamo infatti una grande differenza tra i caseggiati costruiti negli anni dello sviluppo e quelli costruiti recentemente. Ma ciò che fa impressione a chi è un po’ attento alle persone, è scoprire che in questi vent’anni vi è stato un grande cambiamento degli inquilini delle case popolari. Se in un primo tempo erano occupate dai giovani sposi italiani arrivati soprattutto da altre parti della città, ora sono subentrate molte famiglie venute da terre lontane. Basta leggere i nomi sui citofoni. 
Guardandolo e conoscendolo sempre di più, è un quartiere che come gli altri della città ha i suoi problemi, le sue caratteristiche, ma anche tante cose belle.


LA VITA PASTORALE E SPIRITUALE
Un prete, soprattutto se è parroco, vive normalmente la sua vita animata e coinvolta sempre più nella pastorale. Ttutto quanto, il suo cuore e il suo amore al Signore, lo sollecita a realizzare il bene di coloro che gli sono stati affidati. Sotto un certo aspetto la sua vita si identifica con la pastorale. L’elaborazione dei piani pastorali parrocchiali serve sia per sostenere e ravvivare la fede, sia per farla nascere in chi si apre al Signore.
In questi anni la nostra parrocchia ha cercato sempre di seguire le indicazioni del Vescovo, ma anche di concretizzarle nella nostra concreta realtà. Siamo passati da un forte e articolato progetto di pastorale missionaria improntato all’evangelizzazione per arrivare ora ad uno spirito missionario più semplice e fecondo. Ora desideriamo essere significativi per il quartiere lasciandoci lavorare dalla Parola di Dio e dalla preghiera per diventare significativi. La missionarietà ora è nel nostro stile di vita, aperto e accogliente verso tutti, e con il servizio della Caritas. Con tutto questo cerchiamo di far crescere la comunità nella conoscenza del Signore e nell’accogliere il suo amore, ma anche di servire il quartiere cercando soprattutto di testimoniare a tutti e a ciascuno che qui c’è una particolare porzione di popolo che crede in Dio, che spera nel suo amore e vuole servire ogni fratello.
A tutti coloro che lavorano per la pastorale vada il mio grazie e il mio augurio. Spesso vi penso e sempre vi raccomando al Signore. Siate sempre generosi in questo servizio. 


LA CARITAS PARROCCHIALE
Un parroco cerca di voler bene a tutti, di aiutare tutti ad aprirsi e ad accogliere il Signore. Nel vivere questa preoccupazione non può non avere a cuore chi sta vivendo situazioni difficili, chi vive sotto il peso della croce per povertà, malattia, problemi esistenziali. Non potendo arrivare a tutti, ecco allora che con la comunità dà vita alla Caritas. Questa infatti è l’espressione dell’apertura e del servizio al quartiere. E quindi si rivolge prevalentemente a chi vive situazioni di particolare necessità. 
Guardando a cuore aperto e con vivo senso di gratitudine al Signore, a ciò che ha fatto la nostra Caritas in questi anni, non possiamo far altro che ringraziare il Signore in primo luogo e poi tutti i volontari che si prestano per i numerosi servizi che svolge. Diciamo grazie al Signore perché è lui che facendoci sperimentare il suo amore nel profondo del cuore ci invia poi ai fratelli poveri e in difficoltà.
Il nostro grazie va anche ai volontari. Sono tanti. Tutti generosi nel servire con disinteresse. Se non ci fossero non potremmo servire il quartiere. Dico grazie anche a chi nel silenzio con la sua generosità sostiene le iniziative della Caritas. Sono tanti. Li incontro normalmente nel silenzio quando apro la busta chiusa trovata nella cassetta della posta, in quella stretta di mano con l’offerta per i poveri, quando qualcuno porta ciò che è stato raccolto nelle case dove ci si raduna per l’ascolto della Parola di Dio, oppure il contributo di alcuni gruppi del quartiere, e poi coloro che ogni settimana mettono il loro sacchetto di generi alimentari silenziosamente nel cesto in Chiesa.
A tutti i volontari della Caritas dico: andate avanti, non scoraggiatevi. A chi ci aiuta: se appena potete, continuate ad aiutarci con le vostre offerte e con i sacchetti. Il Signore che vive nei poveri ha bisogno di voi. Cerchiamo anche in questo Natale e nel prossimo anno di essere la mano di Dio che soccorre e aiuta chi versa in necessità. Il Signore vi riserva qualcosa di grande nella sua casa.


AVANTI CON TANTA FIDUCIA
Questa riflessione ad alta voce che come vostro parroco vi ho voluto comunicare al termine di questo anno, vuole solamente invitare tutti ad andare avanti con fiducia, con tanta speranza. Gli anni passano, ma l’amore del Signore non viene mai meno. Le parole degli uomini passano pure loro, ma il suo progetto d’amore su di noi e sull’umanità intera non viene mai meno, anzi va verso la sua piena realizzazione. Le difficoltà ci saranno sempre, non siamo ancora in paradiso. Il bene che stiamo facendo sta lasciando un segno nel cuore di tanti sanfereolini e nel quartiere, anche se nessuno se ne accorge. Lo vede il Signore. E questo ci basta. 
In questo Natale che per me ha un significato particolare, prego per tutti voi impegnati in parrocchia. Chiederò in modo particolare al Signore che ci faccia sperimentare nel profondo del nostro cuore e nel cuore di questa nostra amata comunità parrocchiale il suo grande amore e la gioia di essere e di lavorare nella sua e nostra amata parrocchia per il bene di tutto il quartiere.

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