martedì 23 ottobre 2012

La chiesa santa che soffre

La Commemorazione di tutti i fedeli defunti appare già nel calendario romano nel secolo nono ed è ispirata ad una tradizione monastica di consacrare un giorno intero alla preghiera di suffragio per le anime dei morti.
Quando noi recitiamo il Credo, il simbolo apostolico, verso la fine, diciamo: “Credo... la comunione dei santi” manifestiamo di credere che siamo ancora uniti a quei fratelli ed a quelle sorelle non ancora arrivati alla gloria del Cielo, ma che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace. L’ultima riforma liturgica ha tenuto conto delle affermazioni del Concilio Vaticano II ed ha sottolineato il carattere pasquale della morte cristiana, dando, fra l’altro, la preferenza al colore liturgico viola, anziché al nero.
Cerchiamo ora di approfondire un po’ questa “opportunità” che la Chiesa ci offre per ricordare ed, efficacemente, aiutare i nostri cari defunti.
Il Padre celeste, volendo salvare l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza e destinato, secondo il suo progetto, al Paradiso, ma, per la disubbidienza, condannato all’Inferno, ha pensato di mandare il suo unico Figlio, la sua Parola Incarnata, perché chiamasse (convocasse) gli uomini, dando loro la possibilità della salvezza. Gesù, ubbidendo al Padre, è venuto ed ha istituito la Chiesa. Infatti, il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 759 afferma “L’Eterno Padre, con liberissimo ed arcano disegno di sapienza e di bontà, ha creato l’universo, ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione alla vita divina, alla quale chiama tutti gli uomini nel suo Figlio. I credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa. Questa famiglia di Dio si costituisce e si realizza gradualmente lungo le tappe della storia umana, secondo le disposizioni del Padre... E’ stata manifestata dall’effusione dello Spirito Santo e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli”.
La Chiesa, quindi, è il popolo di Dio “convocato” per compiere i propri doveri verso il Signore e Gesù, come Figlio di Dio (immolato e risorto) è il Capo mentre tutti i cristiani divengono sue membra. Queste membra sono formate da tre gruppi di persone: i Santi, già in Paradiso, le anime Sante del Purgatorio e noi, ancora pellegrini su questa terra.
I Santi sono già al sicuro e se da noi pregati, possono intercedere per noi presso il Signore; le anime sante del Purgatorio sono soggette ad una sofferenza purificatrice (perché sono irresistibilmente attratte verso il Signore, ma non lo possono raggiungere) e poi ci siamo noi, ancora pellegrini su questa terra, continuamente sottoposti a prove, difficoltà e tentazioni. Gesù, nella sua vita terrena, si è sempre dimostrato molto vicino alle persone che soffrono, infatti tutti i suoi miracoli li ha compiuti per alleviare o togliere le sofferenze, per questo la Chiesa, da Lui istituita, ha pensato di dedicare il 2 novembre come giorno più indicato per un efficace ricordo della anime sante del Purgatorio che costituiscono la parte della Chiesa che soffre e che non può far nulla per alleviare o abbreviare tale sofferenza. Solo noi, Chiesa ancora pellegrina su questa terra, possiamo dare a loro l’aiuto di cui hanno bisogno.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice, infatti, al n. 1030: “Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo”.
Che nel Purgatorio ci sia anche il fuoco purificatore, la Chiesa lo deduce da due passi della Bibbia: dalla 1ª lettera di S. Paolo ai Corinti al capitolo 3°, versetto 15 e dalla prima lettera di S. Pietro, al 1°capitolo, versetto 7.
Questo insegnamento del culto dei morti poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui parla la Bibbia già nell’Antico Testamento: “... perciò Giuda Maccabeo fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dai loro peccati. (cfr. 2° libro dei Maccabei, capitolo 12, versetto 46).
L’aiuto che possiamo dare ai nostri defunti è soprattutto quello di far celebrare delle Sante Messe in loro suffragio, perché, nella S. Messa è Gesù stesso che, nella persona del prete, prega il Padre, ed il Padre ascolta sempre il suo Figlio. La volontà ed il desiderio di portare presto le anime del Purgatorio in Paradiso e, così, di accorciare il tempo della loro sofferenza, è grande, cosicché la Chiesa ci dà la possibilità di aiutare le anime del Purgatorio anche attraverso l’acquisto delle indulgenze plenarie o parziali, le elemosine e le opere di penitenza.
Ci possiamo chiedere: perché, proprio il mese di novembre, la Chiesa ha scelto per ricordare i defunti? Riflettendo, si può capire uno dei motivi, infatti: il primo freddo che ci punge, le foglie ingiallite che si staccano dai rami, le lente piogge che tutto macerano, le nebbie che mortificano la vista e che tutto avvolgono nel grigio, ci inducono naturalmente a raccoglierci, a rientrare in noi stessi ed a riflettere.
Ogni persona è necessariamente costretta a pensare: l’avvicendarsi delle stagioni si ripete anche nella vita umana: il freddo nelle ossa, il vigore che si affievolisce, i lenti, ma progressivi, acciacchi che ci opprimono, gli eventuali dubbi che ci assalgono, sono segni indiscussi del lento, ma inesorabile tramonto: si è incamminati là dove tanti nostri fratelli e sorelle ci hanno preceduto: al cimitero.
Non è una novità! Lo sappiamo molto bene che tutto ciò che ha avuto un inizio, necessariamente avrà anche una fine. Quasi ogni domenica siamo invitati a pregare per uno, due, tre o quattro parrocchiani che nei giorni precedenti Dio ha invitato a lasciare questo mondo; verrà anche la domenica nella quale, tra quei nomi, ci sarà anche il nostro.
Il buon Dio ci ha fatto intelligenti per capire e saper distinguere il bene dal male e ci ha dato la volontà libera per saper scegliere il bene ed evitare il male: sappiamoci, quindi, regolare! 
I fatti che capitano ogni giorno ci dicono in modo molto chiaro che la nostra vita è veramente appesa ad un filo, basta un’imprudenza per tagliarlo!
Sulla tomba di un personaggio famoso per i suoi discorsi, hanno scritto la frase: ”Defunctus adhuc loquitur!” Ossia: “Il morto parla ancora!”. Non è una novità, tutti i morti parlano, basta saperli ascoltare! Quando andiamo al Cimitero a trovare i nostri morti, dopo aver pulito la tomba e recitato qualche preghiera, facciamo un po’ di silenzio ed allora sentiremo anche noi la loro voce che ci implora: “Suffragateci! Applicate a noi il sacrificio di Gesù (la S. Messa); il suo sangue laverà le nostre anime ed il buon Dio ci accoglierà in Paradiso!” 
Ma, poiché ci vogliono veramente bene, ci faranno anche delle raccomandazioni: “Cerca di vivere in pace con Dio e con il prossimo, comportati bene, ricorda che solo il bene che hai compiuto verso il prossimo potrà seguirti, accetta le sofferenze e le varie prove della vita perché ti purificheranno l’anima, vivi nell’amore e sarai sempre più vicino a Dio...”.
Chissà quante anime nel doloroso Purgatorio aspettano questa occasione (del 2 novembre) per avere un aiuto, anime dimenticate dai parenti: ricordiamole e non dimentichiamo che se riusciamo a liberare un’anima dal Purgatorio, siamone certi che, quest’anima, raggiunto il Paradiso, pregherà per noi il buon Dio.
Leggiamo nel Vangelo che Gesù, un giorno, salì a Gerusalemme e si recò presso la piscina chiamata Betzatà dove vide un ammalato che giaceva sotto uno dei cinque portici; aveva 38 anni. Vedendolo, Gesù gli disse: ”Vuoi guarire?” Quello gli rispose: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre, infatti, sto per andarvi, un altro scende prima di me”. E Gesù lo ha guarito. Che non capiti che l’anima di qualche nostro parente o famigliare, soffra da tempo in purgatorio, perché “non ha nessuno” che lo aiuti a liberarsi. (cfr. Gv. 5, 7).

Programma delle celebrazioni

PREPARAZIONE
Domenica 28 ottobre 
- alle ore 15 al cimitero maggiore: recita del S. Rosario e celebrazione della S. Messa
Lunedì 29 ottobre 
- ore 20,45 in via Del Chiosino 46: celebrazione della Parola
Martedì 30 ottobre 
- ore 20,45 presso il circolo Poiani in viale Pavia: celebrazione della Parola
Mercoledì 31 ottobre 
- dalle ore 20,45 in Chiesa S. Fereolo: possibilità delle confessioni

CELEBRAZIONI
Giovedì 1 novembre
SOLENNITA’ DEI SANTI
- orario domenicale per le Messe sia a S. Fereolo che al S. Cuore
- alle ore 10 in S. Fereolo Messa solenne
- ore 21 in oratorio recita del rosario e castagnata

Venerdì 2 novembre

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
- a S. Fereolo: S. Messa ore 8,30 - ore 15
- al S. Cuore: S. Messa ore 17 
- ore 21 Solenne celebrazione per tutti i defunti alla chiesa del S. Cuore

METTIAMO UN CERO ALLA FINESTRA
Anche quest’anno vogliamo testimoniare la nostra fede nella vita eterna alla quale i nostri cari sono già arrivati accendendo un cero alle finestre delle nostre case. 
Si tratta di un cero particolare con il messaggio che vuole essere una testimonianza di fede a tutto il mondo. 
Anche se viene acceso ad una piccola finestra semi nascosta, la testimonianza di chi lo ha acceso percorre il mondo e dice ai propri cari che in quella casa sono ancora ricordati e per loro sono ancora vivi. Il cero con il messaggio lo si può ritirare in chiesa o nei luoghi delle celebrazioni nei giorni precedenti la commemorazione dei defunti. Non si abbia timore o vergogna a compiere questo gesto. Si tratta di un atto di fede nella parola del Signore e di un atto d’amore nei confronti dei nostri cari. Oggi la nostra società ha più che mai bisogno di questi segni. Compierlo è fare del bene anche a chi non crede.
I ceri con il messaggio sono disponibili alle porte delle nostre chiese. 
Si prega di evitare di prenderli per portarli al cimitero. Questo cero non è per il cimitero, ma per la propria finestra. Portarlo al cimitero non ha senso.