Ogni anno ritorna puntuale la grande festa della vera famiglia: la solennità di tutti santi. Nella misura in cui abbiamo fede noi vediamo che la nostra vita è da esiliati, siamo lontani da casa, siamo in cammino vero la vera nostra meta, cioè il paradiso.
Quando parliamo di santi noi pensiamo subito alle persone rappresentate delle statue che vediamo nelle nicchie delle nostre chiese. Sono anche loro, ma non solo loro. Saremmo poveri e soprattutto fuori dalla verità del vangelo se mettessimo in paradiso solo quei pochi che onoriamo pubblicamente con il titolo di santi. Con loro ci sono anche tanti altri.
Come dice il libro dell’Apocalisse si tratta di “una moltitudine immensa”. I santi infatti sono tutti quei nostri fratelli e sorelle ormai arrivati a casa.
E quindi anche tutte quelle persone che nel silenzio hanno amato il Signore, hanno servito i poveri, hanno vissuto il Vangelo.
E allora vogliamo pensare anche a tanti nostri cari. A quei genitori che nel silenzio hanno educato e formato alla vita cristiana i loro figli. A quei sacerdoti, ai missionari, alle suore, ma anche alle anime consacrate che hanno speso la loro vita per il vangelo, per la Chiesa.
A questo punto qualcuno potrebbe dire: allora ci vanno tutti? Sì, il paradiso è offerto a tutti, nessuno è escluso. Tutti possono andarci. Bisogno però tendervi se non apertamente almeno nella fede o nel profondo del proprio cuore. Ma noi sappiamo che in tutti c’è una tensione all’alto, un bisogno di amore, di gioia, di libertà. Quando queste aspirazioni sono sincere, libere da egoismi, presto o tardi si arriva al Signore.
Coloro che sono arrivati a casa, cioè in paradiso, vi sono giunti o per aver invocato sinceramente il perdono qui in terra prima del grande passo finale, o perché sono stati purificati nella misericordia di Dio in quello che noi chiamiamo purgatorio. In paradiso ci si arriva purificati e quindi quando si è santificati pienamente.
Celebrando questa festa pensiamo ai nostri cari arrivati a casa. Gioiamo con loro. Ravviviamo la nostra speranza nella vita futura. Ma anche preghiamoli di aiutarci a diventare anche noi santi qui in terra per accedere subito alla grande casa quando verrà il nostro inevitabile momento. Questa richiesta è più che mai lecita e doverosa perché anche loro non desiderano altro per noi. Tutti i loro aiuti sono su questo versante: aiutarci a diventare santi. A noi l’impegno di corrispondere generosamente. Se questo avverrà avremo veramente realizzato la nostra vita. Ed entrando nella vita eterna non avremo altro che da gioire non solo con Dio nostro Padre, ma anche con tutti i nostri cari.
Consapevoli che i nostri cari sono in paradiso, celebriamo allora con gioia la festa di tutti i santi. Sentiamoci uniti a loro e con loro lodiamo e magnifichiamo il Signore che con la sua morte ha purificato le nostre anime, ringraziamo il Padre che con il Battesimo ci ha fatti suoi figli e chiediamo allo Spirito Santo che abita nei nostri cuori di aiutarci a diventare sempre più santi, o meglio, come diceva S. Teresa di Gesù Bambino, grandi santi. In questa richiesta non c’è superbia, non c’è nemmeno orgoglio perché è ciò che desidera Dio nostro Padre e i nostri stessi cari che ormai contemplando il volto del Signore sanno che questa è la vera strada della vita e volendoci bene non desiderano altro per noi.