La domenica di Pasqua nelle nostre chiese sentiremo ripetere ancora per diverse volte: “il Signore è risorto, alleluia!” E’ l’esultanza di Pasqua che si fa grido forte, ma sereno, gioioso e pieno di vita. E’ il grido che la Chiesa nostra madre proclama ancora dopo tanti anni a tutto il mondo. E’ anche il grido della nostra comunità parrocchiale, segno della Chiesa universale piantata qui nel nostro quartiere, che grida a tutti gli abitanti di S. Fereolo il grande mistero della salvezza che Dio Padre offre ancora a tutti noi.
Vorrei che aveste a percepire anche un poco il grido del vostro parroco che vi chiama a far vostra la grazia del Signore che ancora una volta ci rende partecipi della sua vittoria sulla morte. Vi rivolgo questo invito e vorrei che l’aveste a far vostro perché qui c’è tutto quanto il vostro e il mio cuore desiderano.
Sì, carissimi, senza saperlo noi desideriamo la vita, noi aneliamo alla gioia, noi cerchiamo la libertà. E questi grandi doni li possiamo trovare in Cristo morto e risorto. Lui con la sua morte e risurrezione ci apre le porte della vita eterna, il paradiso. Con il suo annientamento sulla croce e con la sua uscita gloriosa dal sepolcro ci ridona la vera gioia. La sua gioia non conosce tramonto e oltre a crescere continua a stupirci. Con l’essere stato poi inchiodato alla croce ed avendo emesso il suo ultimo respiro, passando attraverso la morte ci ha liberati definitivamente dalla schiavitù del peccato. Ora siamo liberi, della stessa libertà di Dio, perché resi suoi amati figli.
Vi auguro allora di ascoltare questo grido di gioia, di vita e di libertà, di aprire non tanto le vostre orecchie, ma soprattutto il vostro cuore. Il grido pasquale infatti deve essere ascoltato soprattutto dal cuore perché è qui, in questa misteriosa e profonda realtà che dà slancio alla nostra vita, che può trovare il giusto posto per depositarvi le sue stupende meraviglie.
E dopo averlo ascoltato, lasciatelo lavorare. Il grido pasquale infatti, una volta accolto, ha bisogno di lavorare nella nostra vita. Ricordiamoci che è il Signore risorto che cambia i nostri cuori, ci infonde speranza, ci dà serenità per il cammino della vita. Noi lo lasceremo lavorare se in primo luogo non avremo paura della sua presenza nel nostro cuore e gli lasceremo piena libertà di azione. E’ morto e risorto per noi. Ha fatto tutto questo per noi. Nessuna paura: Lui ci vuole veramente bene.
In secondo luogo siate generosi con il vostro impegno di vita cristiana. Se è Lui che fa tutto nella nostra vita spirituale, Lui però lavora se noi collaboriamo con lui. Rispetta la nostra libertà, ma ci chiede di seguirlo generosamente.
Se avverrà tutto questo allora gusteremo quanto è bello essere cristiani, daremo testimonianza cristiana a tutti quanti incontreremo, saremo uomini e donne, preti e suore di speranza in questo mondo così pervaso da tanta tristezza e senza slancio per il futuro.
Coraggio. Il Signore è risorto per noi. Lui non ne aveva veramente bisogno. Se quindi è morto ed è risorto per noi, è per dirci tutto il suo amore, ma anche per renderci partecipi della sua stessa vita divina. Infatti dalla sua morte e risurrezione noi abbiamo ricevuto la grazia del battesimo, nel suo sangue versato noi abbiamo il perdono dei peccati, celebrando l’eucaristia noi siamo resi partecipi della sua morte e risurrezione.
Aggrappatevi allora al Signore anche in questa nuova Pasqua. Se resterete uniti a Cristo Risorto, Dio Padre, pur non togliendovi la croce delle fatiche quotidiane, vi darà la speranza cristiana capace di affrontare serenamente la battaglia della vita.
Perché possiate fare questa meravigliosa esperienza, vi prometto un mio particolare ricordo nelle mie preghiere. Anche voi ricordatevi dei vostri sacerdoti che sempre vi presentano al Padre che sta nei cieli. Il Signore che per noi risorge ci aiuti tutti a vivere da veri figli di Dio. Auguri da parte mia, da parte di don Roberto e di don Marco!
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