domenica 25 gennaio 2015

I doni dello Spirito Santo - Il Consiglio

La nostra vita è continuamente piena di scelte, più o meno importanti che noi siamo chiamati a fare ogni giorno e che, a volte, facciamo senza troppo riflettere. Poco male se si tratta di scegliere tra cose di poca importanza, il guaio è che, troppo spesso, le nostre scelte sono troppo avventate anche quando si tratta di cose importanti o molto importanti. Questo è possibile perché non sempre ci ricordiamo di avere una natura inquinata dal peccato originale. Il buon senso, in questi casi, ci suggerisce di non fidarci di noi stessi, ma di fare un bell’atto di umiltà e chiedere consiglio a chi sa più di noi in quel campo. Il nostro Creatore, che ci ha combinati Lui in questo modo, ci ha dato la possibilità di avere un Consigliere straordinario, esperto in ogni campo: lo “Spirito Santo” il quale, attraverso il dono del Consiglio è in grado di orientarci in modo giusto verso qualunque scelta noi siamo chiamati a fare in ogni circostanza della nostra vita.

FRAMMENTI DI VITA QUOTIDIANA
1. Trepidazione di una giovane mamma: “Forse si vede già! Forse quello sguardo che mi segue nella folla ha già indovinato il mio segreto! Forse non dovrei andare così in fretta, né salire su una metropolitana in cui si sta così pigiati! Chissà cosa dirà! E mia madre? E le mie colleghe di lavoro? Il mio terzo figlio! E dopo cinque anni! 
La gioia mi ha travolto questa mattina quando ho avuto la certezza. Poi una specie di ansia. Paolo è via per lavoro fino a domani: con chi mi confido?
Questa specie di fastidio che sento è forse il segno che qualche cosa non va? Come lo spiegherò agli altri due figli, oramai grandicelli? Inoltre mi trovo così spossata che mi chiedo se avrò energia sufficiente per far vivere questa nuova creatura, se riuscirò a mantenerla, a tenerla in grembo... La competenza del medico che mi assicura: “Tutto va bene!” mi sembra troppo professionale e cerco di osservarne il volto col sospetto che non mi dica tutto! Ho come una nostalgia, ora che mi trovo in una nuova maternità, di un abbraccio di madre in cui potermi abbandonare e sentirmi sicura!”

2. Scelte dei giovani, domande dei genitori:
Il figlio maggiore ha fatto di testa sua ed ha sbagliato! Si è iscritto ad una facoltà prestigiosa, di sicuro avvenire - come dicevano - ma troppo difficile. Non è stata una scelta giusta, perché era mossa dalla moda e dall’ambizione! Ricordo che anche noi, genitori, eravamo orgogliosi, ma a torto ed ingenuamente! Infatti, subito ai primi esami, sono incominciati i problemi: il ragazzo era teso, irrequieto ed impreparato! Tornava a casa umiliato! Abbiamo sbagliato anche noi ad insistere!
Ora tocca alla ragazza scegliere. Lei è più diligente ed ordinata, ha avuto risultati migliori: anche lei punta ad una facoltà difficile. Come capire se si tratta veramente di una vocazione, se è veramente la sua strada o se è una velleità! Dobbiamo spingere verso traguardi impegnativi o consigliare percorsi più modesti? Come distinguere il dovere di mettere a frutto le proprie doti, dal presumere oltre le proprie forze? D’altronde, bisogna scegliere ed ogni scelta ha conseguenze rilevanti. Non vorremmo che, incoraggiando ad ardue scelte, dovessimo poi raccogliere una vita spezzata dalla depressione! Non vorremmo neppure che, consigliando più agevoli percorsi, ci sentissimo, un giorno, rimproverare: “Non avete creduto alle mie possibilità! Eccomi qui, ora, senza prospettive e senza soddisfazioni!” Che suggerimenti possiamo dare noi genitori? 

PREGHIERA E RIFLESSIONE
Nell’intimità con Dio e nell’ascolto della sua Parola, noi acquistiamo la forza di mettere in disparte la nostra logica personale, suggerita, il più delle volte, dalle nostre chiusure, dai nostri pregiudizi e dalle nostre ambizioni ed impariamo invece a chiedere al Signore quale sia la sua volontà, il suo desiderio. In questo modo si sviluppa in noi una profonda sintonia con lo Spirito, e lo Spirito ci consiglia, ma noi dobbiamo dare spazio allo Spirito. Dare spazio allo Spirito, vuol dire: “Pregare!”.
Invoco, allora, con voi e per voi, lo Spirito Santo, affinché effonda su di voi il dono del Consiglio.
Il dono del Consiglio aiuta a scegliere bene di fronte alle alternative diverse che la vita ci propone, guida nella provvisorietà e nella incertezza a non fare passi falsi, ci aiuta a discernere, a non essere precipitosi ed a non assolutizzare nulla di ciò che è meno di Dio.
Forma pratica del dono del Consiglio è la direzione spirituale che aiuta la persona a orientare ed a vivere la propria vita secondo Dio (C. M. Martini: Tre racconti dello Spirito).

Illuminati dal dono del Consiglio, vediamo come vengono risolti i fatti sopra descritti:
1. La giovane mamma che aspetta il terzo figlio ha trovato finalmente le parole desiderate dalla compagna di scuola che, da anni, vive in un monastero. Proprio quella donna, che non sa nulla di maternità, ha trovato la via del cuore dell’amica-giovane mamma, più di Paolo, il marito affettuoso, più della sua mamma che pure ha esperienza, più del medico con tutta la sua competenza. Davanti all’amica-monaca, alla sua grata ed al suo silenzio, la giovane mamma ha sentito sciogliersi le sue paure e come l’abbraccio di una indescrivibile pace l’ha avvolta alla promessa: “Ogni giorno pregherò per te e per il tuo figlio che aspetti!”. L’amica-monaca non le ha consigliato nulla, non le ha raccomandato nulla, ma l’arte di trasformare in preghiera un dubbio e una paura, ha insegnato alla giovane mamma la via della fiducia.

2. L’anziana maestra non insegna più da tanto tempo, è quasi cieca, esce da casa solo nei giorni di festa perché i figli l’accompagnano alla S. Messa, non gode buona salute ed anche la voce che zittiva numerose scolaresche irrequiete e rumorose, si è calmata. Si direbbe che oramai vive fuori dal mondo, ma ha molta saggezza di chi ha molto vissuto, ha molto sofferto ed ha molto pregato. Ecco perché ricorrono a lei per un consiglio genitori incerti sulla scuola da scegliere per i figli, perfino qualche scolaro di un tempo, fattosi giovane, ha il piacere di presentare alla maestra, la fidanzata, nella speranza che possa darle qualche buon consiglio.
L’anziana insegnante, senza darsi tanta importanza, si rende ancora utile, dando consigli con prudenza ed umiltà, raccontando storie del tempo passato, realmente avvenute o inventate. Sorridendo, arguta, dà l’impressione che i suoi occhi, stanchi ed annebbiati, siano capaci di vedere più lontano.Accettare un consiglio in un mondo così superbo come quello in cui viviamo è un’impresa non da poco! Facilmente, infatti, ci capita di vedere persone che, solo perché hanno la lingua sciolta, si arrogano il diritto di dare consigli a destra ed a sinistra e pretendono di insegnare a tutti, arrabbiandosi se non vengono prese in considerazione.
Accettare un consiglio e vagliarne il valore, è un atto di umiltà e può servire molto a migliorare noi stessi e la nostra condotta. Non dimentichiamo che, tra i primi cristiani era molto ln voga la “correctio fraterna”, cioè i primi cristiani, costituiti in massima parte da persone economicamente povere, ascoltavano volentieri Gesù perché ricordava loro che qui siamo di passaggio e siamo diretti verso il Paradiso, dove ci troveremo eternamente nella gioia. Ma, per poter entrare in Paradiso, bisogna, in questa vita, correggere i propri difetti e, siccome i nostri difetti li vedono più facilmente gli altri di noi, pregavano allora i fratelli di far loro presente i difetti che riscontravano nel loro comportamento, onde poterli correggere. Indubbiamente, come ci ricordano gli Atti degli Apostoli e le lettere degli Apostoli, anche nelle prime comunità vi erano contrasti e divisioni, erano però casi isolati e le comunità cristiane apparivano piuttosto come un insieme di persone, non prive di difetti, ma che si volevano veramente bene e che si aiutavano sinceramente a migliorarsi vicendevolmente.
Questo modo di vivere, destava meraviglia nei pagani e faceva sorgere in loro il desiderio di ricevere il Battesimo per poter così entrare a far parte di quel gruppo di persone.
Questa correzione fraterna dovrebbe trovare vita anche nelle nostre comunità, diventerebbero veramente un polo di attrazione, non di ripulsa, come, purtroppo appaiono oggi! Certamente ci vuole carità nel riprendere un fratello od una sorella che, inavvertitamente, sbaglia, e ci vuole una forte dose di umiltà nell’accettare una giusta correzione.
Già nell’Antico Testamento Dio, per bocca del profeta, diceva: “Se tu vedi che tuo fratello sbaglia, riprendilo in disparte, se ti ascolterà, avrai guadagnato tuo fratello, se non ti ascolterà, io chiederò conto a lui, ma tu ti sarai sgravato la tua coscienza!”.
Il codice stradale punisce per omissione di soccorso chi non si ferma per prestare aiuto ad un infortunato, i difetti in una persona sono come ferite nell’anima di quella persona, quindi si ha l’obbligo morale di tentare di guarirla....
Purtroppo, col nostro menefreghismo, abbiamo creato una società talmente superba e corrotta, da rendere quasi impossibile per una comunità cristiana adottare la “correzione fraterna” anche nel suo interno. Questo, però, non ci esime dal tentare, anzi, poiché è vero che il Signore proporziona il suo aiuto alla gravità delle difficoltà che incontriamo, dobbiamo veramente mettercela tutta, aumentando la preghiera ed il sacrificio: lo Spirito Santo interverrà!
Dobbiamo aver fede e perseveranza!

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