domenica 25 gennaio 2015

Quaresima: ritorniamo al Signore

Il tempo vola e non ci si accorge. Siamo già agli inizi di una nuova Quaresima che è e rimane per tutti un tempo di grazia per ritornare al Signore.

LA QUARESIMA
E’ sempre stata vista come un tempo nel quale ogni cristiano cerca di rimettersi sulla strada del ritorno al Signore. Il termine che maggiormente risuona in queste settimane è “conversione”. Siamo infatti chiamati a rivedere le nostre scelte, il nostro stile di vita, le nostre aspirazioni per confrontarle con il Vangelo, per vedere le nostre possibili deviazioni dalla volontà del Padre. Compiuto questo confronto e constatata la nostra infedeltà a Dio, si tratta di ritornare al suo amore. In una parola di ritornare a casa come ha fatto il figliol prodigo.

TUTTI IMPEGNATI
Questo invito a ritornare a casa per riprendere a vivere nell’amore del Padre, è rivolto a tutti indistintamente. Nessuno è dispensato da questo cambiamento di vita. Siamo infatti tutti peccatori. L’infedeltà al Vangelo, la mediocrità nella vita spirituale, il fascino del male toccano tutti. Tocca pure me vostro parroco. Anche la stessa Chiesa è chiamata a rivedere la sua più o meno fedeltà al Vangelo, per essere in grado di lasciarsi rinnovare dalla grazia della conversione Quaresimale.

A UNA CONDIZIONE
Ma questo ritorno al Signore sarà possibile se prima ci assumeremo le nostre responsabilità. Non è infatti possibile convertirsi veramente se prima non prendiamo coscienza dei nostri sbagli. In una parola, dei nostri peccati. Chi non si riconosce vero peccatore, non sentirà mai il bisogno di cambiare vita e quindi di ritornare al Signore. Solo la sincerità con se stessi e nei confronti di Dio, fa scattare il desiderio della conversione. Il primo passo da fare è allora quello di guardare senza giustificazioni il nostro stile di vita per vedere le nostre personali responsabilità. 
Come vostro parroco mi faccio allora voce di uno che grida nel deserto di questo mondo e della nostra realtà per richiamare l’attenzione su alcuni aspetti della nostra vita personale e comunitaria che più di ogni altro hanno bisogno oggi di una vera conversione.

COME CRISTIANI
Se c’è una pecca che squalifica in pieno il cristiano è di non essere felice e pienamente convinto del valore della fede che porta nel cuore. Da questa mancanza derivano, a mio avviso, tutte le altre infedeltà al Vangelo. Se non si è convinti e felici della fede cristiana, tutto diventa peso e, di conseguenza, si cercherà di sbarazzarsene o di farne un miscuglio con le proposte che la società offre. La gioia e la convinzione poste a fondamento di una vita cristiana, sono la testimonianza di cui oggi la nostra società ha quanto mai bisogno. Come può un ragazzo o un giovane sentire il desiderio di essere cristiano, se noi adulti non ne siamo convinti e tanto meno contenti di esserlo?

COME FAMIGLIE
Siamo più che mai convinti che non basta sposarsi in chiesa per essere una famiglia cristiana. E’ necessario che la vita tra le mura domestiche sia contraddistinta dai valori evangelici, cercando di divenire sempre più una nuova famiglia di Nazaret. Ciò che oggi manca in modo particolare alle nostre famiglie è l’impronta cristiana viva e chiara. Vale a dire quello stampo cristiano che subito balza agli occhi di chi guarda anche solo superficialmente i componenti di una famiglia. Se infatti diamo uno sguardo alle nostre famiglie che cosa vediamo di cristiano? Su cosa si diversificano da quelle che hanno lasciato tutto in fatto di fede? Dove si trova la sobrietà di vita e l’essenzialità delle cose? Dove è possibile vedere la presenza del Signore? Che cosa testimoniano del Vangelo? 
Basta solo una sottolineatura. E’ inutile, a mio avviso, rammaricarsi perché i figli percorrono strade poco raccomandabili, se in famiglia non ricevono nessuna impronta cristiana, non sono aiutati a vivere con gioia l’appartenenza al Signore e alla sua Chiesa.
Le nostre famiglie hanno quindi bisogno anche loro di un sincero ritorno al Signore.
La prossima Quaresima sia allora un’occasione perché ciascuno si assuma le proprie responsabilità.

COME COMUNITA’ PARROCCHIALE
Non deve sembrarvi strano: anche la nostra parrocchia deve convertirsi al Signore. Non deve soltanto invitare i suoi figli a ritornare a casa, anche lei deve rinnovarsi per essere sempre più conforme alla volontà del Padre. Mi chiedo allora: da che cosa deve convertirsi la nostra comunità? Penso che non debba stancarsi di crescere nella comunione fraterna. Su questo aspetto c’è sempre da migliorare. Penso che debba farsi maggiormente carico delle povertà del nostro quartiere. E sono tante. In modo particolare le difficoltà di tanti anziani soli e abbandonati. Penso anche alla sua opera di evangelizzazione. Questa andrà avanti solo se oltre alle forze disponibili dei suoi figli per quest’opera, sarà sempre più innamorata del Signore e se saprà rappresentarlo al vivo nelle sue celebrazioni, nella sua predicazione, nella sua attività pastorale a favore degli ultimi. Per giungere ad essere così, di strada ne deve fare ancora molta.

CI AFFIDIAMO AL SIGNORE
Consapevoli che da soli non siamo capaci di nulla in fatto di conversione, ci affidiamo al Signore. E’ lui che ha il potere di rinnovare pienamente i nostri cuori. Le proposte della parrocchia per la prossima Quaresima sono un’occasione per assumerci le nostre responsabilità in ordine ad una sincera conversione.

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