Troviamo nel primo libro della Bibbia (Genesi) e, precisamente, nel primo capitolo la frase pronunciata da Dio quando, dopo aver dato la vita a tutte le creature che sono nel mondo, disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo...”. Con queste parole, Dio ha creato l’uomo, l’unico essere vivente dotato di intelligenza e volontà, quindi, capace di entrare in relazione con Dio.
Però, siccome l’uomo è un essere materiale, poiché vive in un mondo fatto di materia, il Signore gli ha dato una forma materiale: testa, collo, corpo, braccia, gambe e piedi con le rispettive e varie possibilità. Ma, perché questo essere potesse vivere, Dio, si legge nel secondo capitolo, “soffiò nelle sue narici un alito di vita” e l’uomo divenne un essere vivente. Quindi, il corpo da solo non è che un semplice pugno di terra, acquista valore se è vitalmente unito alla parte spirituale che noi chiamiamo “anima”. Noi dobbiamo ritenere anche il nostro corpo come un dono che Dio ci ha dato attraverso i nostri genitori e vederlo come l’unico strumento che abbiamo per ottenere dei meriti per la vita eterna. Infatti, se un giorno potremo godere della visione beatifica di Dio, sarà proprio perché siamo stati capaci di usare bene del nostro corpo, facendo la volontà del Signore.
Ma, qual è questa volontà del Signore?
Dio, già nell’antico Testamento, raccomandava al popolo ebraico: “Siate santi! perché io, il Signore, sono Santo!”; Gesù, nel nuovo Testamento, poiché attraverso il suo sacrificio ci ha resi suoi fratelli, quindi figli di Dio, ci raccomanda: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste!”.
Questa santità e questa perfezione noi le possiamo raggiungere solo con il nostro corpo; ecco perché lo dobbiamo trattare bene. E’ anche una conseguenza logica: siamo stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio, ora, Dio è Amore e noi siamo stati concepiti con un atto di amore dei nostri genitori e non con manipolazioni genetiche o con qualche altra “impiastricciata” dell’uomo che non tende ad altro che a violentare la natura per i suoi scopi egoistici. L’opera dell’uomo, in questo campo in modo particolare, deve avere e riconoscere dei limiti morali ben precisi, altrimenti si corre il rischio di “invadere il campo” che Dio si è riservato (origine della vita).
Non dimentichiamo che nell’uomo la tentazione di essere come Dio, non è una novità, ma risale addirittura ad Adamo ed Eva, e tutti ci rendiamo conto delle terribili e disastrose conseguenze (guerre, malattie, morte,...) che ha avuto e che superano immensamente la misera soddisfazione del gustare un frutto.
Non dobbiamo “idolatrare” il corpo perché, essendo materiale, è soggetto alle tentazioni demoniache per cui vuole prevalere sull’anima, facendoci dimenticare che, in noi, l’anima è più importante del corpo, perché l’anima è immortale, mentre il corpo può morire da un momento all’altro. Gesù stesso, quando gli hanno presentato un ammalato nel corpo, avendo visto che era ammalato anche nell’anima, prima gli ha detto: “Ti sono perdonati i tuoi peccati!”, poi gli ha guarito anche la malattia del corpo.
Non dimentichiamo poi che il corpo ha delle energie preziose che vengono sfruttate soprattutto, per chi è chiamato al Matrimonio, e sono la maggior parte sia degli uomini come delle donne, per trasmettere la vita. Ho letto sul giornale di qualche settimana fa, che sono in aumento i bambini che, a scuola, hanno bisogno dell’insegnante di sostegno perché presentano delle anomalìe.
Questo può dipendere anche dalla vita troppo sregolata che hanno vissuto i genitori prima del matrimonio. Permettetemi a questo proposito un ricordo.
Un giovane si vantava delle sue facili conquiste femminili, allora gli dicevo: “Stai attento perché se tu sciupi ora le tue energie, quando sarai sposato, i tuoi figli possono subire conseguenze negative!”. Quando si è sposato, infatti, i suoi figli erano talmente gracili da essere continuamente soggetti ad influenze... Non violentiamo la natura e non avremo bisogno di certi farmaci che, sappiamo molto bene, fanno bene da una parte, ma fanno male dall’altra!.
Ecco perché le principali agenzie educative (la famiglia, la scuola, il governo e la Chiesa) dovrebbero preoccuparsi maggiormente di questo problema soprattutto per la gioventù, ed invece…
- La famiglia: non dimentichiamoci che è stata istituita da Dio e non dagli uomini, quindi è stato Dio che le ha dato le leggi fondamentali, l’autorità civile deve solo aiutare a mettere in pratica queste leggi, non ad infrangerle (col divorzio). Purtroppo si deve riconoscere che la preoccupazione principale dei genitori, anche “nostri”, è per lo stipendio (che permette loro, non solo il necessario, ma anche il superfluo) più che per i figli, dimenticando che al buon Dio dovranno rispondere soprattutto di come avranno educato i loro figli. Soprattutto le mamme dovrebbero domandarsi se, davanti a Dio, sia giusto barattare lo stipendio con l’educazione dei figli, anche se l’odierna società consumista ti dà per scontata la risposta affermativa.
- La scuola: alcuni decenni fa insegnavo religione al Cazzulani e ricordo che il Preside (Prof. Giacinto Ronsivalle) alla prima riunione del corpo insegnante (all’inizio dell’anno scolastico), affermava in modo molto chiaro che la scuola d’obbligo ha soprattutto un compito formativo degli alunni e non informativo; cioè tutti gli insegnanti devono insegnare agli alunni prima l’educazione, il buon comportamento, poi la loro materia. Ora non so come funzioni la scuola nel suo interno, però dai risultati non sembra che si preoccupi tanto della formazione degli alunni!
- Il potere civile: sembra che l’unica preoccupazione del Governo si quella di non mettere nessun limite al divertimento alla gioventù, cosicché a quei poveri ragazzi viene spremuto fino all’ultimo euro e poi, tutti intontiti, vengono spediti a casa (se poi ci arriveranno!). Con un simile sregolato divertimento, non solo non si educa nessuno, anzi si contribuisce alla loro rovina.
- La Chiesa: anche il laico più sfegatato anticlericale deve riconoscere che l’unica istituzione che veramente si è sempre preoccupata della formazione della gioventù è la Chiesa con i suoi Oratori, vere fucine di formazione. Purtroppo si deve osservare che ha sempre contro quasi tutti i mass-media (stampa e TV) che, invece, sono sempre lì con gli occhi puntati se, in qualche parte del mondo, qualche religioso o qualche religiosa fa qualche passo falso, per gridare subito allo scandalo e strombazzarlo in ogni parte della terra.
Questa narrazione è la manifestazione anticipata della gloria di Gesù e preannuncio del suo ritorno (esodo) al Padre e mette in luce la dimensione pasquale ed escatologica della liturgia e di tutta la vita cristiana.
Ecco perché l’anno liturgico con tutte le sue feste, celebrazioni e ricorrenze, deve essere una scuola di vita per il credente il quale, vivendo necessariamente in questo mondo, tuttavia la sua attenzione deve sempre essere orientata verso il Padre. La parola che il Padre pronuncia sul Figlio trasfigurato, preannuncia anche l’adozione filiale di tutti coloro che, ascoltando e seguendo il Figlio, l’eletto, diventano suoi fratelli e, quindi, partecipi della trasfigurazione eterna. Pietro con la sua proposta, tende a porre sullo stesso piano Gesù, Mosè ed Elia, la voce del Padre, invece, corregge questa interpretazione ed attribuisce solo a Gesù il valore del compimento della presenza di Dio nel mondo. Infatti il Comandamento nuovo dato da Gesù completa la legge antica (Mosé) ed anche le profezie (Elìa). Dio, già nell’Antico Testamento raccomandava al popolo ebraico: “Siate santi, perché io, il Signore, sono Santo!”. Gesù, nel nuovo Testamento, avendoci resi figli di Dio con il suo sacrificio, ci raccomanda: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste!”.
La santità la possiamo raggiungere solo con il corpo, ecco perché lo dobbiamo trattare bene; non dobbiamo dimenticare che siamo ad immagine e somiglianza di Dio, e che Dio è Amore e che noi siamo stati concepiti da un atto di amore e non da manipolazioni genetiche o da qualche altra impiastricciata dell’uomo che non tende ad altro che a violentare la natura per scopi egoistici.
L’opera dell’uomo, in questo campo (origine della vita), deve avere dei limiti ben precisi, altrimenti si corre il rischio di”invadere il campo che Dio si è riservato. Non dimentichiamo che nell’uomo la tentazione di essere come Dio risale ad Adamo ed Eva e tutti ci rendiamo conto delle terribili e disastrose conseguenze che ha avuto (malattie, guerre, morte...) e che superano immensamente la misera soddisfazione del gustare un frutto!