Riportiamo l’omelia che il parroco ha pronunciato alla sera del 31 dicembre durante la Messa solenne di ringraziamento.
Carissimi, questa sera possiamo chiamarla la sera dei ricordi, la sera degli auguri, la sera della speranza.
Questa sera ricordiamo: ricordiamo non solo un anno che se ne va con tutto quanto abbiamo vissuto, ma anche le singole vicende che ci hanno toccato nel profondo del cuore, hanno sconvolto la nostra quotidianità, hanno segnato vivamente la nostra vita.
In questo nostro ricordare non fermiamoci solo sulle croci che ci sono cadute addosso o abbiamo portato. Se le ricordiamo, e non possiamo farne a meno, prendiamo coscienza che con queste ci è venuto anche l’aiuto del Signore. Se Lui non ci avesse sostenuto non saremmo qui. Sì, perché la croce schiaccia, distrugge. Ma noi in forza dell’amore del Signore abbiamo da Lui quell’aiuto per non cadere, per continuare a guardare avanti con fiducia e serenità.
Ma noi vogliamo ricordare in modo particolare le grazie, le benedizioni, gli aiuti, le meraviglie che il Signore che ci ha fatto e con il suo aiuto abbiamo realizzato.
Come vostro parroco voglio guardare con voi ciò che il Signore ha fatto in questo anno che ormai stiamo per mettere in archivio.
Ci chiediamo allora con semplicità e con tanta fede: quali doni ci ha fatto il Signore in questo anno?
Il primo dono
Carissimi, quello che ora per primo andrò dicendovi non vi sembri retorica, non vi sembri una scontata ripetizione, non vi sembri neppure una cosa pacifica: è invece il dono più bello e più grande che possiamo avere e desiderare.
Si tratta del dono senza il quale la nostra vita sarebbe assurda, sarebbe un puro e costante morire svanendo nel nulla e se volete anche nella disperazione.
Di che dono si tratta? Si tratta - carissimi - del dono del suo amore. Dio ci ama e ci ha voluto bene. Dio ha continuato a volerci bene in tutto questo anno. Questa verità non vi sembri una cosa scontata. Se è cosa scontata è perché non crediamo profondamente nell’amore di Dio. E’ perché non conosciamo nemmeno la nostra povertà e nullità, e tanto meno percepiamo qualcosa della sua infinita grandezza.
Dio ci ama, Dio ci vuole bene. Ecco la verità che dà senso e significato alla nostra vita. E Lui, preso da questo suo amore, ha continuato a riversarlo nei nostri cuori in tutto questo anno che ormai abbandoniamo dietro alle nostre spalle. Ci ha voluto bene, nonostante le nostre povertà, i nostri peccati, ci ha voluto bene anche se abbiamo fatto poco o niente per conoscere questo suo amore, anche se non ci siamo impegnati a contraccambiare questo suo amore con un poco del nostro amore.
Carissimi, diciamogli allora grazie. Ma anche chiediamogli di non stancarsi di amarci, e soprattutto diciamogli questa sera e poi ogni giorno di aiutarci ad amarlo con tutta la nostra mente, con tutta la nostra volontà, con tutto il nostro cuore. Convinciamoci sempre di più che è l’amore del Signore la nostra forza, la nostra serenità, la nostra vera gioia.
Il secondo dono
Il secondo grazie che sento con voi di dire al Signore questa sera è perché la nostra attività pastorale è andata avanti nonostante le difficoltà del momento. E siamo andati avanti con sempre nuovo slancio, con sempre nuova passione. All’anno del Battesimo è seguito l’anno dell’Eucarestia. La volontà di coinvolgere tutti e di fare del nostro meglio per l’evangelizzazione del quartiere è sempre grande e va sempre più radicandosi nel cuore del Signore. Pur constatando che gli anni passano e le forze vengono meno, la passione di fare della comunità parrocchiale un segno vivo dell’amore del Signore per tutti i sanfereolini, è sempre grande e sempre cresce. Ringraziamo allora il Signore che sostiene la nostra attività pastorale, la qualifica con il suo spirito e la spinge a spendersi sempre maggiormente per questo amato quartiere.
Il terzo dono
Se l’attività pastorale va avanti con sempre rinnovato slancio, c’è un aspetto che la qualifica e la caratterizza grandemente ed è quello della sua attenzione ai poveri. Un’attenzione che si esprime attraverso le numerose attività della nostra Caritas parrocchiale. Siamo più che mai convinti che una Chiesa che si limitasse a lodare e ad esaltare il Signore con solenni liturgie, ma poi dimenticasse i poveri, non sarebbe vera Chiesa e non assolverebbe in modo completo la sua missione. Lodiamo sì il Signore, ma serviamolo generosamente nei poveri.
E qui il nostro grazie va al Signore che ci dà non solo idee e slancio, ma anche suscita volontari e poi li sostiene con la sua forza. Pensiamo anche solo a tutti i volontari che lavorano nel settore Caritas. Dal doposcuola ai generi alimentari, dai vestiti all’ambulatorio, al centro di ascolto, all’accostamento dei poveri e delle persone in difficoltà, a chi provvede alle diverse pratiche per accedere ai fondi a chi è disponibile per tanti altri servizi.
E che dire poi degli aiuti che vengono dal quartiere? Penso alla raccolta dei generi alimentari. Mi ha commosso vedere un grande numero di sacchetti di generi alimentari domenica alla Messa dei ragazzi al S. Cuore. In quella circostanza benedicevamo il Bambino da mettere nel presepe, ma si era pensato anche al Gesù Bambino che vive nel povero. Ricordiamoci sempre che la Caritas parrocchiale esiste per educare tutti alla carità, all’amore fraterno. In quello che la parrocchia fa, ci siete tutti voi. Sentitevi sempre coinvolti in questa opera di carità.
E allora anche qui dico grazie al Signore per il servizio che la nostra Caritas ha svolto in questo anno di crisi sia con l’aiuto del Signore che con la vostra generosità.
Il quarto dono
Ed infine come sempre non posso dimenticare l’aiuto che il Signore suscita in tutti voi mediante la vostra generosità per quanto riguarda i nostri debiti. In tutti questi anni in questa omelia di fine anno ho sempre avuto una particolare attenzione anche a questo aspetto. Non posso non farlo. E’ un mio dovere. Qui tocco con mano la vostra vicinanza, la vostra comprensione e in modo particolare il vostro sostegno.
Ed infine come sempre non posso dimenticare l’aiuto che il Signore suscita in tutti voi mediante la vostra generosità per quanto riguarda i nostri debiti. In tutti questi anni in questa omelia di fine anno ho sempre avuto una particolare attenzione anche a questo aspetto. Non posso non farlo. E’ un mio dovere. Qui tocco con mano la vostra vicinanza, la vostra comprensione e in modo particolare il vostro sostegno.
Già ve ne ho parlato sul bollettino di Natale nella pagina “Riflessione di fine anno tra debiti e generosità”. Se andiamo avanti e come si dice “non facciamo figure” o meglio non mi fate fare brutte figure, è perché voi continuate con la vostra generosità, fatta di piccole o grandi gocce, a sostenere il pagamento dei debiti fatti in questi anni nella nostra parrocchia.
Qualcuno leggendo quell’articolo vi ha visto un certo pessimismo per il futuro.
E’ vero. Questo pessimismo trapela non tanto per me, perché come vi ho sempre detto: abbiamo fatto tutto con retta coscienza, con l’apporto prezioso del nostro consiglio degli affari economici. Soprattutto abbiamo intrapreso opere di cui tutti sentivamo fortemente la necessità, si pensi soltanto al rinnovamento totale e radicale di questa chiesa del S. Cuore.
Se c’è in me una certa preoccupazione è per chi verrà dopo di me.
Io so con certezza che continuerete ad aiutare questa nostra comunità parrocchiale, come avete fatto in tutti questi anni. Ciò che voi fate, ciò che voi donate, va tutto per il bene, per la vita, per la missione che questa comunità svolge in nome del Signore sia per voi che per il quartiere.
Grazie allora di cuore per la vostra generosità che, adagio adagio, manifestate senza far baccano e senza chiedere riconoscimento. E allora dico a voi tutti con la forza dell’amore che nutro per voi e per tutta questa bella comunità parrocchiale: andiamo avanti con fiducia. Il Signore ci vuole bene e noi vogliamo amarlo con tutto il nostro cuore, consapevoli che nell’amarlo abbiamo tutto quanto di più bello e di più grande desideriamo o di cui abbiamo bisogno perché lui è un Padre buono e non vuole che il nostro vero bene.
E da ultimo
Carissimi, concludendo, permettete, come ho già fatto lo scorso anno, che dica a voi tutti, ma anche agli assenti, il mio personale grazie.
Carissimi, concludendo, permettete, come ho già fatto lo scorso anno, che dica a voi tutti, ma anche agli assenti, il mio personale grazie.
Sì, desidero almeno questa sera, oltre al grazie al Signore, dire il mio personale grazie anche a tutti voi: ai collaboratori, agli adulti, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e ai bambini, ma anche a chi è lontano dalla vita della comunità parrocchiale, a chi vive situazioni di particolare disagio, a chi appartiene ad altre culture.
I motivi che mi spingono a dirvi questo mio personale grazie sono diversi, ma in modo particolare voi tutti siete la mia famiglia.
Una famiglia grande, ma bella, variegata e ricca di tanti valori. Infatti più vado avanti nel mio servizio pastorale nei vostri confronti, più i motivi aumentano e sempre più si qualificano. Gli anni sono ormai tanti. Il traguardo finale è stato raggiunto. Ormai sono un pensionato che attende il riposo. Tutto quanto è avvenuto in questo anno che si è aggiunto ancora alla lunga schiera, è stato un altro dono di grazia del Signore. Non so che cosa mi riserverà il nuovo anno.
Una cosa è certa: come già vi ho detto lo scorso anno, il mio amore per voi va sempre più purificandosi e nello stesso tempo si fortifica grandemente.
Sento profondamente nel mio cuore e nella mia vita spirituale che mi siete diventati sempre più cari.
Per la fede che il Signore mi dona e per l’amore che nutro per voi, io vedo che tutto: le fatiche pastorali, come pure le gioie e i sospiri, le iniziative riuscite o quelle meno, le incomprensioni e le difficoltà, le speranze e le delusioni, sono tutte dono di grazia da parte del Signore mediante le quali Lui, il Signore Gesù, lavora nel profondo della mia vita per il vostro bene. Infatti il desiderio che oggi più che mai porto nel profondo del mio cuore, al di là delle mie povertà umane, è quello di essere sempre più e sempre meglio un segno vivo e concreto del suo amore per voi perché voi lo amiate e vi abbandoniate sempre più al suo amore.
E allora vi dico lealmente che non sarei quello che sono interiormente oggi, se il Signore per mezzo vostro e con voi non plasmasse giorno dopo giorno il mio animo, la mia vita spirituale.
E allora con sincerità estrema e con tutta la forza del mio amore per il Signore e per voi, dico ancora con voi al Signore e a voi tutti: grazie di cuore. Amen.
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