Ogni giorno ne vediamo di tutti i colori. Con questa parola “colori” non intendiamo certo l’arcobaleno che si innalza radioso nel cielo, ma il male che si manifesta mediante la violenza, la disonestà, il sopruso, le uccisioni nelle case e sulla strada. Tutto questo poi, più o meno sfacciatamente, ci viene anche servito ogni giorno nelle nostre stesse case mediante la televisione mentre siamo ben seduti in poltrona. E chi vede tutto questo siamo tutti noi, dagli adulti ai giovani, e a volte anche gli stessi bambini.
Ci stiamo abituando a questo mondo di violenza e sopraffazione. Davanti a questa società che sembra aver perso il senso del rispetto degli altri, l’impegno dell’onestà, il valore della propria responsabilità, che cosa facciamo? Niente, al massimo ci lamentiamo e scuotiamo la testa. Le uniche parole che diciamo si limitano ad esprimere che stiamo camminando verso la fine. E così ci si rassegna, con la speranza che non ci capiti qualcosa di grave da parte di chi ci abita vicino e che nessuna macchina ci investa lungo la strada mentre camminiamo tranquilli sul marciapiede.
QUESTO NON E’ CRISTIANO
In primo luogo dobbiamo dire che non è cristiano buttare in faccia, dai piccoli agli adulti, tutto il male che avviene in ogni parte del mondo come se esistesse solo questa violenza. In secondo luogo non è poi assolutamente cristiano vedere e non sentire un minimo disagio per quello che avviene nel mondo o anche accanto a noi, e poi soprattutto nutrire sfiducia e continuare a stare seduti in poltrona o continuare a voler saperne sempre di più su tutti i fatti cruenti e disonesti.
Il cristiano sa che il male esiste anche dopo la venuta del Figlio di Dio sulla terra. Non è miope. Sa pure che Cristo è morto e risorto per dare agli uomini quella forza necessaria per non creare di propria mano la morte ai propri fratelli, ma per essere con lui costruttori di un’umanità aperta alla fratellanza, alla condiscendenza con i sofferenti, orientata alla pace e alla vita nuova che ha come meta per tutti il paradiso.
E ALLORA CHE FARE ?
Davanti a questa umanità che porta sempre con sé la ferita del peccato originale anche se redenta dal sangue di Cristo, il cristiano, guardando che il male sembra avere il sopravvento sul bene, non può chiudersi in se stesso lasciando che tutto vada a rotoli e non impegnarsi a far germogliare il bene e a farlo crescere. Se si limitasse a guardare, a sapere, a pronunciare parole di delusione o anche solo di condanna, non potrebbe dirsi cristiano. La fede ricevuta in dono, alimentata con la preghiera e i sacramenti, deve spingerlo a fare qualcosa. Non si tratta di andare sulle piazze a richiamare chi si comporta male, chi agisce da violento, ma di incominciare da sè stesso a vivere e a testimoniare concretamente e sinceramente i veri valori. Oggi purtroppo dobbiamo dire che manca in parecchi questa testimonianza viva e concreta, sincera e profonda. Come siamo lontani dai primi cristiani che vivevano la fede e testimoniavano con coraggio fino alla morte i valori ricevuti in dono dal Vangelo!
SOPRATTUTTO
Siamo più che mai convinti che oltre alla testimonianza viva e concreta noi come cristiani abbiamo una strada tutta particolare. Si tratta della nostra santificazione. Quanto più un uomo, una donna, un sacerdote camminano in santità di vita, tanto più fanno germogliare tanto bene nel cuore dell’umanità senza che nessuno se ne accorga. La santità non fa baccano, ma edifica il bene. La santità non ha bisogno di correre, arriva dappertutto. La santità non si vede, ma è quanto mai viva e concreta. Ancora la santità non è generica, ma è strettamente personale, raggiunge personalmente tutti e quindi tutti ne godono i benefici. E’ questa infatti la potenza del cristiano. Santificandosi si fa crescere il bene nell’umanità, si santifica tutti. Se quindi diventassimo tutti sempre più santi, il Signore con la sua potenza farebbe trionfare maggiormente il bene in ogni parte dell’umanità.
E’ QUARESIMA: IMPEGNIAMOCI
Se la santità del cristiano unita alla potenza di Cristo risorto fa nuove tutte le cose, ecco allora la Quaresima come tempo di purificazione e di santificazione. Accogliamo allora il dono della Quaresima e impegniamoci in un serio cammino di santificazione. I frutti li percepiremo in noi e attorno a noi. Ne siamo sicuri. Il Signore ci ha detto infatti che senza di lui non possiamo far nulla, con lui tutto il bene è possibile. E sappiamo che il Signore fa miracoli dove vede che un’anima si abbandona al suo amore. Facciamo tesoro di queste proposte della comunità parrocchiale. Ognuno scelga quella di cui maggiormente sente il bisogno e poi lasci al Signore di compiere meraviglie nel cuore di tutti.
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