L’immagine sicuramente più significativa e ricorrente dell’Anno Santo della Misericordia è quella della porta, anche perché il papa ha deciso che ogni diocesi aprisse una “porta santa” nelle proprie Chiese Cattedrali.
E’ una immagine ricca di significati.
Il primo si riferisce a Cristo; egli stesso, nel vangelo di Giovanni, si definisce come la porta delle pecore; chi passa attraverso questa porta che è Gesù, troverà salvezza.
Attraversare la porta santa nell’Anno Giubilare, allora, significa immettersi in modo più profondo nel mistero di Cristo, radicarsi in Lui, unirsi a Lui, ritornare a Lui.
Un secondo significato è legato al riferimento alla Chiesa e alla comunità ecclesiale: attraversare la porta santa significa entrare, o rientrare “a casa”, ovvero dentro quella famiglia dei credenti che è la Chiesa, riscoprendo il valore di una comunione che trova le sue radici nell’unica fede in Cristo.
Entrare o rientrare nella famiglia dei credenti significa anche per noi riaprire porte che forse abbiamo chiuso e non ancora riaperto, cioè riscoprire e riallacciare relazioni, riagganciare fratelli e sorelle nella fede che forse non conosciamo ma soprattutto, intraprendere cammini di riconciliazione laddove qualcosa si fosse incrinato o ferito, cammini di riconciliazione che possano trovare il loro sbocco naturale nella celebrazione del Sacramento della Misericordia: la Confessione.
L’immagine della porta si riferisce anche al nostro cuore, alla nostra vita interiore, dove Cristo vuole trovare spazio per abitare. Bella e commovente, al proposito, la pagina dell’Apocalisse dove il Cristo afferma: “Ecco, sto alla porta e busso, se qualcuno mi apre entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me.”
Un appello alla nostra libertà, che il Signore non vuole forzare; la sua presenza, però, ci interpella e chiede risposta, chiede apertura della “porta del cuore”.
Di nuovo la porta evoca il significato della comunicazione: entrare, uscire; e poi: dentro, fuori...
Due realtà, due mondi che comunicano tra loro. Penso alla comunità cristiana e alla storia, al mondo, alla gente con le sue storie spesso faticose e fragili, spesso oltre “la soglia” di quella che definiremmo la normalità … ma che cos’è la normalità?
Porte aperte per te! Mi sembra questo il messaggio che possiamo raccogliere ed offrire attraversando “la porta santa” nell’Anno del Giubileo: porte aperte all’accoglienza, al dialogo, al confronto, all’incontro, alla riconciliazione.
E’ anche l’augurio per la prossima Pasqua.
Pasqua significa “passaggio”: attraversare la porta che è Cristo, aprire la porta del cuore a Cristo e aprire la porta ai fratelli, sarà il modo migliore di celebrare la Risurrezione del Signore.