sabato 2 marzo 2013

Chiamati a fare Pasqua

Ancora tre settimane e poi sarà Pasqua, la grande festa dei cristiani. E poiché noi come cristiani poniamo in Cristo, morto e risorto, tutta la nostra vita, vogliamo non solo prepararci a questo appuntamento, ma soprattutto viverlo e far in modo che caratterizzi il nostro vivere e porti nel mondo la vera forza rinnovatrice.

DOBBIAMO PREPARARCI
Per vivere la Pasqua cristiana, ma anche per comprendere qualcosa del grande avvenimento di morte e di risurrezione che celebreremo nel triduo della settimana santa, noi dobbiamo prepararci non come vogliamo noi, ma come desidera il Signore.
La vera preparazione consiste in primo luogo nel riconoscersi bisognosi di salvezza. E questa sarà possibile solo assecondando in modo sincero quell’anelito profondo che sale dal nostro cuore.
Tutti infatti cerchiamo qualcosa che dia senso alla vita. E, una volta percepito, dobbiamo cercare di dargli una risposta. Per noi, questa risposta è Gesù Cristo morto e risorto. Lui infatti è la nostra salvezza.

GLI ESERCIZI SPIRITUALI
Sono incontri di preghiera, silenzio e ascolto della Parola di Dio in chiesa a S. Fereolo. 
Si terranno nei giorni di martedì 5 marzo, mercoledì 6 marzo e giovedì 7 marzo.
Alle ore 15 per i pensionati parlerà don Peppino Codecasa, direttore dell’ufficio diocesano pellegrinaggi.
Alle ore 21 per giovani e adulti parlerà don Vincenzo Giavazzi, rettore del collegio Vescovile di Lodi.

LE NOSTRE VIE CRUCIS

  • venerdì 8 marzo alle ore 21 presso il salone del teatro in oratorio e sarà animata dai ragazzi delle elementari;
  • venerdì 15 marzo alle ore 21 presso la chiesa del S. Cuore e sarà animata dai ragazzi delle medie;
  • venerdì 22 marzo alle ore 20,30 “statio quaresimale cittadina” al Crocifisso della Maddalena, presieduta dal Vescovo;
  • venerdì 29 marzo alle ore 21, Via Crucis solenne per le vie del quartiere.

Questa preparazione dovrà allora sfociare poi in una confessione dei nostri peccati. Ecco il secondo passo. Non c’è vera Pasqua senza una sincera confessione delle proprie infedeltà a Dio, ai fratelli e a se stessi. Purificati dalla bontà misericordiosa del Padre, potremo poi accogliere in noi Cristo risorto. E così rinnovati per mezzo dello Spirito, saremo creature nuove.

VIVERE LA PASQUA
Non basta prepararci, non è sufficiente aderire a Cristo risorto accostandoci al suo corpo con la comunione pasquale. La Pasqua del Signore Gesù deve diventare nostra. In una parola, dobbiamo vivere la Pasqua. Lui infatti muore e risorge per noi, per ciascuno di noi e per l’umanità intera. Tutto questo consiste nel camminare in novità di vita, essere, come dice appunto S. Paolo, uomini e donne nuovi nel profondo del proprio essere, nel proprio agire. 
Il cristiano è un uomo fatto nuovo nel mistero d’amore della morte e risurrezione del Signore.
E questo comporta in un primo momento di lasciarsi raggiungere da Cristo risorto partecipando alla veglia Pasquale, non solo fisicamente, ma soprattutto accogliendo nel proprio cuore il pane della vita, cioè Cristo stesso. E’ lui infatti che ci trasfigura e ci rinnova nel profondo del nostro essere. Vissuto tutto questo, ne viene poi di conseguenza l’impegno di vivere da uomini e donne rinnovati. Vale a dire essere cristiani visibili e credibili davanti a tutti e in ogni situazione. Ciò che abbiamo vissuto, siamo chiamati a manifestarlo con le parole e con le opere.


PER IL VERO RINNOVAMENTO
Se viviamo da persone rinnovate, noi portiamo nel mondo una forza nuova, quella che rinnova ogni cosa. Chi rinnova il mondo, la società, i nostri ambienti, non sono le leggi e i proclami, ma le persone nuove, fatte nuove nella Pasqua di Cristo. Oggi attendiamo un po’ tutti il rinnovamento di questa società stanca e senza valori. Il cristiano è allora chiamato a mettere nel terreno di questo mondo il vero germe di salvezza che è Cristo. 
Compirà questo solo se avrà fatto veramente Pasqua.